rassegna stampa roma

Juan verso il pieno recupero

(Il Romanista – D.Galli) Hai visto mai che questo sia un segnale dal cielo? Si è rivisto Juan. Il brasiliano ha lavorato pure ieri a parte, ma a Trigoria è segnalato in grande crescita.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) Hai visto mai che questo sia un segnale dal cielo? Si è rivisto Juan. Il brasiliano ha lavorato pure ieri a parte, ma a Trigoria è segnalato in grande crescita.

Ipotesi condita con un pizzico di speranza: potrebbe tornare a disposizione di Luis Enrique, e quindi pure titolare, per il primo impegno della Roma in campionato, l’11 settembre all’Olimpico con il Cagliari. Sciopero dei calciatori permettendo, naturalmente. Già Juan è un giocatore piuttosto discreto. Metteteci che l’infortunio lo ha sottratto ai flash dei fotografi e all’occhio delle telecamere, ecco là che il difensore è sparito dalla circolazione. È sparito a tal punto che quando conti i centrali della Roma, citi Burdisso, Cassetti (che centrale non è, ma con Luis Enrique lo è diventato), Heinze, persino Antei. Ma Juan no, te lo dimentichi. E invece il brasiliano sta per tornare alla normalità. L’infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio destro potrebbe diventare presto un ricordo.

L’obiettivo è di tornare convocabileper la seconda giornata con il Cagliari. Altrimenti? Altrimenti, o Luis Enrique si affiderà di nuovo a Cassetti centrale oppure vorrà dire che la Roma avrà preso Kjaer o un altro lì in mezzo che farà coppia con Burdisso. Mentre Heinze sembra destinato a fare ancora panchina. E a giudicare da quanto trapela da Trigoria, ne farà parecchia.

Il lento ma costante recupero di Juan è l’unica buona notizia della giornata di ieri dai campi di Trigoria. Anzi, l’unica in assoluto. In un’atmosfera distesa, la squadra si è allenata regolarmente. Assenti (giustificati) i nazionali Antei, Burdisso, Stekelenburg, De Rossi e Viviani. Non si sono visti anche gli infortunati Cicinho, Lamela, Pizarro e Greco.

Mentre Borriello, che era a Roma, è stato tenuto volutamente a riposo per evitare che un infortunio possa comprometterne la cessione. Parte atletica, tecnica individuale, circolazione della palla. Ma è soprattutto sugli schemi offensivi che si è concentrato il lavoro di Luis Enrique.

Il tecnico ha interrotto più di una volta la seduta. Si è soffermato a spiegare alcuni movimenti. L’impressione è che l’11 settembre la squadra, che già con lo Slovan era apparsa meno legnosarispetto al recente passato, giocherà con maggiore naturalezza. Col tempo sta scemando l’attenzione dei mass media attorno al discutibile cambio Totti-Okaka. C’è chi si interroga ancora sul futuro di Francesco. Peccato che il suo futuro non lo conosca nemmeno il Capitano. La sola certezza è che Totti è tutto per noi, ma è tutto pure per questa squadra. Ha detto benissimo Borgonovo: «Francesco deve prendere per mano la Roma». Vero. Totti lo fa da 18 anni.

Il Capitano continuerà ad allenarsi con la solita professionalità. E magari a scambiare, come ieri, due tiri con il figlio Cristian. Perché Totti è anche questo. È l’anima guascone, è la spontaneità e quell’aria di festa che suscita in chi lo guarda. «Con lui c’è stata subito empatia», commentava qualche giorno fa un manager della nuova Roma. Come si fa a non amare Totti?