(Corriere dello Sport-A.Polverosi) Il Disastro e il Trionfo in un pomeriggio che non ha lasciato incertezze: tutto il male da una parte (Roma), tutto il bene dall’altra (Fiorentina).
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Jovetic show, la Roma affonda
(Corriere dello Sport-A.Polverosi) Il Disastro e il Trionfo in un pomeriggio che non ha lasciato incertezze: tutto il male da una parte (Roma), tutto il bene dall’altra (Fiorentina).
In questa partita non ci sono stati punti di contatto fra le due squadre, anche se un vizio iniziale, ma anche questo dovuto al male romanista, l’ha indirizzata in modo netto: l’espulsione di Juan al 16'.Lo spettacolo dei 75 minuti seguenti (però qualche cenno si era avuto anche prima) è stato terrificante per Luis Enrique e la sua compagnia di ragazzini senza anima, di gente convinta che per giocare a calcio siano sufficienti i piedi e che cuore e testa siano le qualità dei mediocri. Tutti tranne uno, Daniele De Rossi. Ma nonostante l’esempio del capitano, la Roma ha preso tre gol e perso tre giocatori per espulsione e nessuna di queste decisioni di Damato era contestabile. Nella prima occasione, Juan si è fatto fregare in area da quel fenomeno di Jovetic, ha perso il contatto e lo ha steso: rosso per il brasiliano, rigore, gol del montenegrino al 17', Fiorentina in vantaggio e con un uomo in più. Nel secondo episodio sono saltati i nervi a Gago che, già ammonito per un fallo non gravissimo su Behrami (era diffidato e sapeva che avrebbe saltato la Juve), ha buttato giù in malo modo Jovetic e ha preso il secondo giallo. Il terzo è arrivato per una parata istintiva a mani alte di Bojan sulla linea di porta su tiro di Nastasic. Anche stavolta, espulsione con rigore annesso. La Roma ha chiuso la partita in 8 contro 11 e deve ringraziare la Fiorentina, comprensiva e a tratti misericordiosa, se non è stata sepolta con altri gol. Sul Franchi, finalmente in festa, ha lasciato la più brutta immagine della sua stagione fallimentare. Non è mai stata in partita, non ha mai cercato di capire come doveva attaccare e soprattutto difendersi, il suo gioco è stato ancora una volta di una superficialità inaccettabile. La Roma ha trasformato il possesso palla da mezzo a fine, da strategia a scopo ultimo. Tenere palla, mostrare agli altri quanto siamo belli, quanto siamo bravi, quanto siamo nel futuro, ma il tiro? La ricerca della porta avversaria? Il Barcellona tiene palla, però segna a valanga. La Roma controllava il pallone lontano da Boruc e ogni volta che si avvicinava, tornava indietro, respinta oltre che da un’attenta difesa dalle proprie manìe. E’ come se per mettere su casa, Luis Enrique abbia pensato prima all’arredamento e poi alle fondamenta, alle mura e al tetto.
TOTTI FUORI -L’emblema di questo calcio è stata l’azione di Perrotta (che una volta viveva per attaccare l’area avversaria e ieri non lo ha mai fatto) al 5' del secondo tempo: alla fine di una serie di scambi si è ritrovato con la palla al piede al limite dell’area, con una marcatura un po’ staccata e invece di concludere ha cercato l’assist a favore di...Boruc. Ci sentiamo però di condividere una scelta di Luis Enrique: se aveva deciso di portare Totti in panchina, è stato giusto lasciarlo lì fino alla fine. Che c’entra il capitano con questa squadra, con questo calcio? Parlano lingue diverse: Totti prende palla con le spalle alla porta e, con un lancio di 40 metri, sparecchia la difesa avversaria per mandare il compagno in porta. Il calcio che lo spagnolo forse non conosce e che comunque disdegna.
GRANDE JOVETIC -Il Disastro della Roma non deve far passare in secondo piano il Trionfo della Fiorentina che ha giocato una partita senza errori, favorita, come si è capito, dagli avversari. Per la seconda volta in questa stagione (la prima col Parma) ha segnato tre gol e in tutt’e due le occasioni Jovetic è stato fondamentale. Destro, sinistro, dribbling, saette, il repertorio di un campione vero che ieri è stato assistito da due reparti: il centrocampo della Fiorentina e la difesa della Roma. Il montenegrino ha restituito colore e speranza alla sua squadra, ma anche altri hanno contribuito al pomeriggio festoso. Vargas, per esempio, riapparso ai suoi livelli, e poi Montolivo che potrebbe spiegare ai palleggiatori della Roma come vanno sfruttate certe qualità. C’è stato spazio anche per un tocco finale da libro Cuore: quando Damato ha fischiato il secondo rigore per i viola (era da febbraio che la Fiorentina non ne aveva uno a favore), il rigorista Jovetic ha portato la palla a Silva e gli ha detto di batterlo. Così El Tanque ha segnato il suo primo gol in Serie A.
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