(Corriere dello Sport - E.Intorcia) - L’italiano è un terreno ancora troppo scivoloso, meglio aggrapparsi al traduttore.
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Josè Angel: Roma andremo lontano
(Corriere dello Sport – E.Intorcia) – L’italiano è un terreno ancora troppo scivoloso, meglio aggrapparsi al traduttore.
Ma sulla fascia sinistra Josè Angel è uno che finora si è avventurato sempre con coraggio, alla ricerca, non semplice, di un equilibrio, di un modo giusto per interpretare il ruolo in un campionato che non è la Liga e che lì dietro, in difesa, tollera poco una certa disinvoltura in marcatura, a costo di soffocare gli istinti di chi pensa solo a guardare avanti, in campo come nella vita. Lui sta cercando l’atteggiamento giusto: « Le partite sono diverse, in alcune puoi spingere di più, in altre bisogna curare di più la parte difensiva. Più prudente nelle ultime gare? Non c’è stata alcuna indicazione da parte di Luis Enrique, io cercherò di migliorare, per arrivare di più sulla linea di fondo. Il calcio è simile ovunque, ma è vero che in Italia si cura di più la fase difensiva perché le squadre attaccano molto sulle fasce. Liga e Serie A sono due campionati importanti, io sono felice di essere qui » . Lo spazio ce l’ha, chiede solo tempo: « Mi sento un terzino, sono qui per migliorare e correggere quegli errori da cui nessuno è immune: sbagliano i più grandi, perché non dovrei sbagliare anche io? » .
ALTERNATIVE - Si è fermato solo quando l’ha deciso il giudice sportivo, ha giocato sei gare su sette. Lì a sinistra non ci sono alternative di ruolo, e questo è un vantaggio: può crescere giocando con continuità. Ma è anche vero che gennaio si avvicina e la Roma può colmare quella lacuna, dando a Luis Enrique un’alternativa da quella parte. « Non mi preoccupa la cosa, c’è una società e uno staff che si preoccupano di questo. Chiunque arrivi per migliorare la squadra è il benvenuto », dice a proposito dei rumors di mercato. Spendendo qualche parola per chi non è nato terzino ma si è adattato per sostituirlo: « Taddei ha fatto bene, è un grande professionista » .
L’AMBIENTE -«Sono felice di essere qui, in questa squadra e in questa città. Sto studiando l’italiano », dice rispondendo alle domande dei tifosi arrivate sul profilo Facebook della società. «Sicuramente è più difficile imparare il gioco di Luis Enrique », replica ridendo a un tifoso che gli ricorda l’incidente stradale che ha costretto lo spagnolo a riempire un po’ di scartoffie. In italiano, ovvio. Nel gruppo ha trovato la sua dimensione:«Non pensavo di essere così importante e non lo penso oggi. Dobbiamoessere tutti uniti. Luis Enrique è una persona dalla quale imparare tante cose. Totti e De Rossi sono due simboli, la loro presenza è importante per qualità e per l’esperienza». Così come è importante la presenza di DiBenedetto:«Sono contento, e con me tutti, di avere un presidente come lui. Spero che le cose vadano bene per lui, così andranno bene ancheperlasquadra ».
CLIMA DERBY- Tanti volti nuovi ques’estate a Trgoria: la curiosità di scoprire il derby prevale (per ora) sulla tensione della vigilia:«So che il derby è una partita speciale per tutto il popolo romanista. Abbiamo tanta voglia di giocarlo e faremo di tutto per vincerlo. Però avremo di fronte una rivale complicata, con la Lazio sarà una partita difficile ». Una partita, spiega, nella quale non bisognerà preoccuparsi solo del nuovo tandem offensivo di Reja: «Sarebbe un errore concentrarsi solo su Klose e Cisse, la Lazio ha un grande gruppo, mi preoccupa nel complesso» . E’ una partita da non fallire se davvero la Roma vuole andare lontano:«E’ presto per dire dove possiamo arrivare. Il nostro è un progetto nuovo, ha bisogno di tempo. E’ normale che ci siano degli alti e dei bassi, ma abbiamo il potenziale per andare lontano, facendo un passo alla volta e tenendo sempre i piedi perterra».
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