(Il Romanista-D.Galli) Per le firme è questione di giorni. Sono gli ultimi. Unicredit e la cordata americana ce la metteranno tutta per rispettare i tempi. Proveranno a concludere il procedimento di cessione dell’As Roma entro questa settimana.
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Inizia la riscoperta dell’America
(Il Romanista-D.Galli) Per le firme è questione di giorni. Sono gli ultimi. Unicredit e la cordata americana ce la metteranno tutta per rispettare i tempi. Proveranno a concludere il procedimento di cessione dell’As Roma entro questa settimana.
Fonti finanziarie assicurano: ci siamo, sul serio.
Non esistono sabati e domeniche liberi per chi è coinvolto in prima persona in una trattativa così complessa. L’altro ieri, gli avvocati e i consulenti finanziari hanno lavorato per dodici ore di fila. Si sono fermati solo un quarto d’ora dopo l’inizio di Udinese-Roma. Avevano iniziato alle 9. Non sono ancora fisicamente seduti allo stesso tavolo, ma è come se lo fossero. In gergo si chiama conference call, più o meno una videoconferenza. C’è però chi è già in America. È l’avvocato Roberto Cappelli, che cura gli interessi di Unicredit. Il consigliere dell’As Roma (tra l’altro) entro domani sarà a Boston. Per interlocutori ha gli uomini dello studio legale Bingham, l’advisor della DiBenedetto As Roma LLC. Gli altri protagonisti della saga, gli avvocati e i manager di Unicredit, sono attesi per giovedì, il giorno prima della possibile conclusione della trattativa. Ci sarà anche il Chief operating officer Paolo Fiorentino. Innanzitutto, perché deve firmare. E poi perché deve essere piacevole finire sui libri di storia romanisti. In questi mesi ha incassato più critiche che complimenti. Eppure, fanno notare alcune fonti, se non fosse stato convinto della bontà di questa operazione non l’avrebbe mai condotta in prima persona, rischiando una figuraccia di dimensioni internazionali che ne avrebbe potuto compromettere la carriera. Ha spinto con forza per chiudere con gli americani perché li riteneva dei soggetti credibili. Degli interlocutori seri. I fatti gli stanno dando ragione, l’As Roma sarà molto presto nelle mani di DiBenedetto e dei suoi soci. Già, DiBenedetto. C’è chi si aspettava un messaggio del futuro presidente dopo il preziosissimo successo di Udine. Non ce n’era motivo.
DiBenedetto, spiegano le fonti, non voleva sottrarre visibilità sia alla squadra sia, attenzione, a chi la squadra la sta dirigendo. In primis, al direttore operativo Gian Paolo Montali. Dopo il ko con la Juve, viceversa, mister Tom era intervenuto per dare un segnale: io sono andato via, ma nei miei pensieri la Roma è sempre con me, e non è che se perde io la abbandono. E poi voleva motivare i giocatori, perché dopo quella sconfitta c’era il rischio che la Roma si sgretolasse. Non è stato così, a Totti piacendo. I tre punti di Udine non spostano comunque gli equilibri della partita per l’As Roma. Nel senso che non è che adesso il club vale di più.
Le cifre sono quelle, gli ultimi nodi che si stanno sciogliendo, e che si scioglieranno comunque entro il 20 aprile, riguardano la exit strategy, la strategia di uscita, di Unicredit dall’As Roma. Sono dettagli. Non sono dettagli, invece, i passaggi successivi alle firme. Piazza Cordusio dovrà trovare degli interlocutori italiani disposti a rilevare una parte, si dice inizialmente la metà, del suo 40%. Come ha spiegato però Fiorentino, la banca si concentrerà su questa nuova trattativa solamente in un secondo momento. Dei contatti ci sono già stati, comunque. Adesso è fondamentale che Fiorentino e DiBenedetto firmino il contratto di compravendita del club. Il Cda di Roma 2000 che ratificherà il passaggio di consegne dovrebbe tenersi quasi simultaneamente. È un atto formale, come lo è pure il sì dell’Antitrust all’operazione. Questa è la settimana in cui si scriverà la Storia. È iniziata alla grande, grazie a Totti.
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