(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) È d’obbligo una premessa: stiamo parlando di una bellissima suggestione, forse di una dolce utopia. Ma nel calcio esistono anche i sogni e provare ad inseguirli non fa poi male.
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Il sogno di Sabatini Un centrocampo con De Rossi, Pastore e Lamela
(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) È d’obbligo una premessa: stiamo parlando di una bellissima suggestione, forse di una dolce utopia. Ma nel calcio esistono anche i sogni e provare ad inseguirli non fa poi male.
Così, il centrocampo dei desideri di Walter Sabatini (per il 4-3-3 di Luis Enrique) è uno di quelli che mettono i brividi, un po’ in tutti i sensi. Perché la qualità sarebbe stratosferica, ma la quantità difetterebbe e di molto. Sta di fatto, che il nuovo d. s. giallorosso sogna anche lui e lo fa pensando a una cerniera di centrocampo con De Rossi regista e Lamela e Pastore al suo fianco, come interni. Un centrocampo dei sogni, appunto, ma alla fine non si sa mai...
Condizione Giocare con De Rossi e i due argentini in mezzo vorrebbe dire sfidare gli equilibri tattici, anche quelli più estremi. La conditio sine qua non, però, è riavere un Daniele De Rossi al 100%, tanto per intenderci quello ammirato fino a due anni fa, che aveva fatto innamorare di sé tutti i più grandi club europei (Real Madrid e Manchester United in testa). Quel De Rossi lì garantirebbe un’adeguata copertura alla difesa, provando a sopperire alle carenze difensive dei due talenti argentini.
Ferocia È chiaro, però, che anche un De Rossi sontuoso come frangiflutti, da solo non basterebbe lo stesso a garantire l’equilibrio necessario. Servirebbe una difesa granitica, magari anche a cinque (e quindi, con il 5-3-2, con tre centrali molto solidi, stile Samuel tanto per intenderci, e due esterni bravi in entrambi le fasi). Quel che importa, comunque, è che Daniele De Rossi torni carico a pallettoni, come ai bei tempi. Sabatini, quando lo ha incontrato, ha detto di averlo trovato con una motivazione feroce. «Una settimana fa ero convinto di andar via da Roma, adesso questa sfida mi piace. E sono conto di restare» , è il succo delle parole espresse da Daniele al diesse nel loro incontro di Trigoria di qualche giorno fa.
Fantasia Al resto, ci penserebbero loro, Javier ed Erik. Tanto talento, scarsa propensione al sacrificio. Sabatini, però, non ne è convinto. Il diesse, infatti, ritiene Lamela sottovalutato dal punto di vista caratteriale e pensa che possa dare molto anche in termini di quantità. Insomma, lo reputa un combattente, capace di reinvetarsi anche come interno di centrocampo e, quindi, correre anche senza palla (e per gli altri). È chiaro che Sandro, da questo punto di vista, sarebbe un’altra cosa, molto più muscolare e, per questo, più funzionale nei tre. Così come Alvarez, invece, darebbe maggiore velocità, ma proprio come Lamela non garantirebbe molta solidità (per questioni fisiche e strutturali). Insomma, il centrocampo dei sogni di Sabatini è un’idea bellissima, ma di difficile attuazione. Una suggestione, appunto, anche se a volte con le suggestioni si vince anche.
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