(Corriere dello Sport - R. Zanni) -«O Time Que Nunca Perdeu». È lo striscione più grande della torcida dell'Inter: in mezzo a quelle parole,«La squadra che non ha mai perso», c'è l'immagine di Paulo Roberto Falcao che di quel gruppo, nel 1979, era la stella, la sola formazione capace di diventare campione del Brasile senza sconfitte.
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Il ritorno del Divin Falcao
(Corriere dello Sport – R. Zanni) – «O Time Que Nunca Perdeu». È lo striscione più grande della torcida dell’Inter: in mezzo a quelle parole,«La squadra che non ha mai perso», c’è l’immagine di Paulo...
Re di Roma e prima di Beira-Rio, lo stadio dell'Internacional di Porto Alegre, Falcao ieri è tornato in mezzo alla sua gente: lì era diventato uno straordinario giocatore, poi dopo l'Italia giallorossa e una piccola parentesi al San Paolo, era stato accolto come tecnico già nel 1993, la sua terza panchina dopo Brasile e America di Città del Messico (poi cè stato anche il Giappone) ma adesso, dopo quindici anni passati a fare l'analista e il critico, tra tivù e giornali, è di nuovo con i Colorado. Il Re è tornato.«Nel gioco della vita- aveva scritto nell'ultimo appuntamento con quella che fino a ieri è stata la sua rubrica, per quindici anni, su “Zero Hora” -c'è una sfida ogni momento. Ed è quello che mi sta succedendo adesso, torno in prima linea nel calcio. Nel gioco della vita non possiamo solo essere spettatori o fare i commenti. Adesso la palla sta di nuovo al centro, per la mia seconda sfida come allenatore. Non ho mai nascosto che mantenevo il desiderio di una nuova esperienza in questo campo. Voglio vincere».DISGUIDO- Completo scuro, camicia bianca, sorridente, Falcao è giunto allo stadio di Beira- Rio circa un'ora prima delle 17,30 locali (le 22,30 di ieri sera in Italia) l'ora prevista per la presentazione ufficiale, ma c'è stato anche un disguido sull'orario tra società e tifosi che solo dopo l'arrivo del nuovo allenatore sono accorsi allo stadio, se ne aspettavano almeno 4.000, erano meno a causa proprio dell'errore del club. Falcao si è incontrato con alcuni giocatori, il primo Tinga, poi gli altri da Kleber a D'Alessandro, mentre icanti e cori della torcida cominciavano, finalmente, a farsi sentire.MANCAVA L'ADRENALINA - L'intervista ufficiale, da nuovo allenatore dell'Inter, diciotto anni dopo la prima volta e più di trenta da quando lasciò i Colorado per la Roma, si è svolta negli spogliatoi:«Forse non è nemmeno necessario dire quanto è importante questo momento e quanto significhi per me - sono state le prime parole di Falcao -tutti sanno qual è la mia relazione con questa società. Ho cominciato qui a 11 anni e sono rimasto fino a 27, quando andai alla Roma, ma mai mi sono allontanato dal club. Più tardi sono tornato a fare l'allenatore qui per sei mesi e adesso ho un'altra volta questa opportunità. Non si può stare molto tempo senza adrenalina, a me mancava proprio questo. È un momento storico per me e bisogna sfruttarlo». OBIETTIVO LIBERTADORES - E c'è un traguardo che per Falcao rappresenta qualcosa di davvero importante:«Non mi piace fare paragoni- ha sottolineato -la mia Inter (tre volte campione in Brasile ndc)era meravigliosa, ma mai riuscimmo a conquistare una Libertadores, questi giocatori invece ce l'hanno fatta. Voglio unirmi a loro per vincere tutto, Libertadores e Mondiale per Club. Non dimenticherò mai quando l'Internacional si imbarcò per giocare il Mondiale del 2006. Mi emozionò molto e sentii un po' di invidia per questi ragazzi, perchè la torcida dell'Inter stava portando la squadra così in alto. Per questa gente dobbiamo avere la massima attenzione, dobbiamo dargli di più». L'inizio, sono convinti all'Inter, di una nuova fantastica avventura che, nelle intenzioni della società, dovrebbe anche raddoppiare i soci, portandoli a 200.000. Sabato Falcao farà il suo nuovo debutto in panchina, contro il Santa Cruz nel campionato Guacho, prima dell'esordio nella Libertadores contro l'Emelec, la prossima settimana.
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