(Il Romanista - G.Piacentini) Se la difesa giallorossa contro il Catania ha ballato, se Maxi Lopez ha fatto una bella figura al di là di quelle che sono le sue reali capacità, è anche per l’assenza al centro della difesa del più grande dei fratelli Burdisso.
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Il ritorno del Bandito
(Il Romanista – G.Piacentini) Se la difesa giallorossa contro il Catania ha ballato, se Maxi Lopez ha fatto una bella figura al di là di quelle che sono le sue reali capacità, è anche per l’assenza al centro della difesa del più grande...
Nicolas giovedì pomeriggio era seduto in panchina al fianco di Ranieri, cosa che gli è capitata di rado negli ultimi 12 mesi. L’argentino infatti è stato il calciatore più utilizzato dal tecnico nel 2010: 48 presenze in gare ufficiali, 4 panchine e nessuna tribuna.
Un fedelissimo di Ranieri, che però nella prima uscita del nuovo anno ha gli ha preferito la coppia Mexes-Juan, forse proprio in vista della trasferta di Genova dove timbrerà la sua prima presenza del 2011. D’altronde tre centrali di questo livello in Italia non ce li ha nessuno e in Europa se li possono permettere poche squadre e Ranieri deve essere bravo a gestirli con il contagocce per evitare di lasciare indietro qualcuno. Rischio che non si corre con Burdisso, che di questa squadra è leader vero, nemmeno troppo silenzioso.
Lo confermano i suoi comportamenti in mezzo al campo, dove non si è mai tirato indietro e anzi in alcune occasioni (come a Cagliari in occasione del fallo da rigore che ha messo fuorigioco Daniele Conti) è andato perfino sopra le righe per cercare di dare una scossa alla squadra. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, in cui ha fatto vedere a tutti il suo carattere è capitato a Cluj, nell’ultimo turno di Champions League. Un diverbio acceso con Totti al momento del pareggio dei romeni, uno scambio di battute ripreso dalle telecamere e proseguito negli spogliatoi che non ha fatto piacere a Ranieri. A fine partita Totti ha liquidato l’episodio con una battuta «Lui è argentino, ma io sono romano » che ha sancito la pace tra due calciatori che dentro lo spogliatoio hanno un peso specifico superiore a quello di molti compagni di squadra. Non è un caso che il tecnico giallorosso per tutta l’estate scorsa, quando è stato interrogato su chi fosse l’obiettivo del mercato romanista, abbia sempre risposto in un solo modo: Burdisso. Né Borriello, che poi è comunque arrivato, né Behrami, che è rimasto a Londra. Il nome buono è stato sempre quello di Nicolas.
E per averlo la Roma prima ha preso suo fratello minore (Burdisso II, almanacco Panini alla mano) e poi ha sborsato 8 milioni di euro all’Inter, una cifra che in molti hanno reputato esagerata per un difensore. Non Ranieri, che con l’argentino al centro della difesa si sente più sicuro che con chiunque altro. Oggi se la vedrà con Pazzini (ammesso che recuperi), che lo scorso anno con la sua doppietta all’Olimpico ha di fatto strappato lo scudetto già mezzo cucito sulle maglie giallorosse. Quel giorno in panchina c’era Mexes, le cui lacrime hanno fatto il giro d’Italia, che oggi sarà in campo al suo fianco e probabilmente si troverà di fronte il neo acquisto (ex laziale) Macheda che ha già detto di sognare un esordio con gol alla Roma. Chissà se Nicolas e Philippe la pensano allo stesso modo.
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