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Il rebus difesa: Taddei elogiato Juan congelato

(La Gazzetta dello Sport – M.Calabresi) – Considerando che, al giorno d’oggi, è più facile fare 6 al SuperEnalotto che azzeccare una formazione di Luis Enrique, conviene provare ad affidarsi alla logica, al ragionamento e alle...

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - M.Calabresi) - Considerando che, al giorno d'oggi, è più facile fare 6 al SuperEnalotto che azzeccare una formazione di Luis Enrique, conviene provare ad affidarsi alla logica, al ragionamento e alle parole dello spagnolo.

Che su Juan, ad esempio, non lascia spazio a interpretazioni: «Non è ancora al 100% — ammette il tecnico —. Deve migliorare il suo stato fisico perché si infortuna spesso. È meglio recuperare e poi mettersi a disposizione: non mi piace fare ogni volta un cambio per un centrale». Spietato.

Tutto nuovo? Perrotta-Kjaer-Heinze-Taddei: messa così, la difesa rischia di essere totalmente diversa dall'ultimo Udinese-Roma. Dal portiere (c'era Doni), a Burdisso e Riise: oltre a Juan, a cui Luis Enrique ieri non ha fatto carezze, il 9 aprile c'era Cassetti, che tra Milan e Novara ha vissuto due serate da incubo. E, almeno per logica, parte dietro a Kjaer e Heinze, che assieme rischiano di doverci giocare a lungo. Anche stasera al Friuli, dove l'Udinese di Totò Di Natale ha sempre vinto. «Simone, quando arriva il calciomercato, meglio che ci tagliamo la barba — ha scherzato Cassetti con Perrotta all'aeroporto —. Sembriamo più giovani». Avrà portato il rasoio?

Soldatino Anche su Taddei, le parole di Luis Enrique sembrano inequivocabili: «È il miglior esempio di cosa deve essere un professionista. Quando parli con lui dice sempre "io sono pronto"». È pronto Rodrigo, a fare ancora il terzino sinistro, cosa che gli riesce ogni partita meglio. José Angel ha perso punti: 10 minuti con il Novara, zero con il Lecce, difficile che stasera non trovi posto sui comodi ma gelidi sedili della panchina del Friuli.

In corsia Sull'altra fascia, i segnali di fumo arrivati da Trigoria (rifinitura compresa), vanno verso un'unica direzione: 69 giorni dopo la prima e unica apparizione, riecco la strana coppia. Rodrigo e Simone: a San Siro, Luis Enrique fu preso per matto, poi ribattezzato cuore impavido — anche se Taddei e Perrotta non se la cavarono malissimo — ma solo perché la partita finì 0-0, e Kjaer fermò sulla linea il tiro di Snejider che avrebbe dato i tre punti all'Inter.

Al centro Già, Kjaer: l'infortunio di Burdisso gli ha riaperto le porte del campo, ma le improvvise amnesie restano un male da estirpare. Una, quella che gli era costata l'espulsione nel derby, lo aveva spedito dietro la lavagna per un mese; l'altra, anche se meno grave, ha rimesso in partita il Lecce. Se c'è una logica, Gabriel Heinze tra tutti sembra quello più al riparo dalle sorprese a cui Luis Enrique ha abituato. Ci sarà un nuovo milionario stasera?