(Corriere dello Sport - F. Nobili Massuero) ROMA-LAZIO 1-1 (24 ottobre 1993) Apre Piacentini, risponde Di Mauro. E fu un altro pari...
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(Corriere dello Sport – F. Nobili Massuero) ROMA-LAZIO 1-1 (24 ottobre 1993) Apre Piacentini, risponde Di Mauro. E fu un altro pari…
Contagiate forse dal pernicioso, soporifero “bacillo del pareggio”, che le aveva, lungo tre stagioni, consecutive e complete, infettate e quindi presto indotte - non suscitando soverchie emozioni, negli astanti - regolarmente a impattare fra di loro, le due acerrime rivali cittadine, nella cornice pur sempre suggestiva di un Olimpico ardente, gremito fino all’ultimo posto e imbandierato, si erano ripromesse, ognuna per suo conto e con fervore, di sfatare la poco entusiasmante, sebbene di recente coniata, tradizione. Perciò, nel cuore dell’autunno del 1993, il derby si annunciava, stanti gli opposti proclami lanciati alla vigilia, ancora più rovente, intenso e coinvolgente del normale. Le cuginette, per tutto un primo tempo di reciproco, calligrafico studio tremebondo, disattenderono viceversa svagate le promesse, appena formulate, di gioco aperto, ardito e combattivo, lasciando evaporare, fra la gente ammutolita e perplessa assisa intorno, ogni sorta di ipotizzabile illusione. Nell’intervallo la Roma fu strigliata, con frasi aspre e incisive e toni - si presume - concitati, dal proprio allenatore e al contempo accanito tifoso “Sor Carletto”. Cosicché i suoi lupi fidati riemersero sul campo, per il prosieguo, trasformati di tempra, finalmente guerresca, e motivati, assediando, compatti e furibondi, la porta, scricchiolante e insicura, del nemico. I giallorossi pressanti passavano in vantaggio con saetta scagliata, giusto sotto l’incrocio, con potenza esplosiva e dirompente, dal piede destro, di norma non propriamente fatato, di un mediano: Piacentini indovinava, pilotando il dardeggiante pallone dentro il sacco, l’unico suo gol romanista della vita. Rinserrate le fila sbandate della truppa, stralunata e incompleta per inciso, “Super Dino” indicava, lucido e intransigente sulla rotta, la subitanea, polverosa via della riscossa, spronando gli aquilotti, feriti ma rabbiosi, verso il pari. Riequilibrava, in favore della Lazio, ormai compromessa partita e risultato la provvidenziale incursione condotta, in area avversa, da un centrocampista un giorno, ahilui, costretto a un polemico esilio dalla Roma: Di Mauro, ex velenoso e assai puntuale, prima non colmato di sviscerato affetto dai tifosi, fiondava oltre Lorieri, presso la curva biancoceleste adesso amica, la sfera della rimonta e di una forma, piena e assoluta, di riabilitazione. Il settimo, ininterrotto pareggio della serie, scintillante negli episodi cruciali di gioco e combattuto, venne quindi confezionato, firmato e impreziosito dalle imprese, inusuali, compiute da due secondari ed umili gregari.
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