(Il Messaggero) Gli interessi economici della cricca, ma non solo. Dietro la contraffazione degli incontri ci sarebbero anche le squadre, non tanto per motivi di denaro quanto per ragioni sportive.
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Il pm: la serie A è marcia
(Il Messaggero) Gli interessi economici della cricca, ma non solo. Dietro la contraffazione degli incontri ci sarebbero anche le squadre, non tanto per motivi di denaro quanto per ragioni sportive.
«Ho la sensazione che ci siano società di serie A che combinano le partite fra di loro, ai fini di classifica e non di scommesse», afferma i procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino.
Il pm non ha prove, dice, ma in sei mesi d’inchiesta un’idea precisa sul funzionamento del torneo principale se l’è fatta, ovvero che «ci siano grossi problemi in serie A, che ci siano incontri truccati», non tra i calciatori bensì tra le società. «I brogli calcistici sono una zona franca e, se non cambiano le leggi, questa sarà l’ultima inchiesta», è l’amara riflessione del procuratore. Ricordando che «le indagini hanno preso avvio da una combinazione fortunata per noi e sfortunata per i giocatori del Cremona», cioè l’avvelenamento dei compagni di squadra da parte del portiere Marco Paoloni, il magistrato teme che quando il dossier arriverà sul tavolo della procura federale rischierà di incagliarsi e dà ragione alle lamentele sulla scarsità di munizioni espresse dal procuratore federale della Figc, Stefano Palazzi.
«Gli strumenti a disposizione della giustizia sportiva sono molto modesti - dice Di Martino - l’illecito e la truffa sono già difficili da combattere con le normali dotazioni della giustizia ordinaria, figuriamoci come possono essere contrastati da quella sportiva che non può fare intercettazioni, emettere provvedimenti di custodia e ha pene molto basse. La giustizia sportiva fa quello che può e quando ha potuto si è dimostrata di una velocità impressionante». Purtroppo, aggiunge, non disponendo delle medesime potenzialità della giustizia ordinaria, è «una zona franca».
E in questo modo è impossibile che ottenga risultati concreti. «Se non cambia qualcosa al punto di vista legislativo, questa sarà l’ultima inchiesta che si farà», avverte. Con conseguenze deprimenti per l’intero sistema: «Chi commette imbrogli nelle partite continuerà a farlo, i tifosi continueranno a credere che il calcio sia pulito e invece non lo è. Una tragedia». C.Gu.
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