rassegna stampa roma

Il più grande spettacolo compreso il big bang

(Il Romanista – T.Cagnucci) C’è aria di Roma nell’aria. Sensazioni frizzanti. Venticelli di vigilia. Una voglia enorme di vederla. Vista da qui, da queste ultime ore che separano il tifoso dal suo capodanno, la partita con lo Slovan...

Redazione

(Il Romanista - T.Cagnucci) C’è aria di Roma nell’aria. Sensazioni frizzanti. Venticelli di vigilia. Una voglia enorme di vederla. Vista da qui, da queste ultime ore che separano il tifoso dal suo capodanno, la partita con lo Slovan sembra essere stata giocata in un altro secolo.

Brutta epoque. Conservatelo il biglietto di quella notte triste, potrebbe fare un bell’effetto riguardarlo a maggio. Ha già un significato profondo.

Da quella sera finita tra i fischi, con una sostituzione che ha fatto troppo rima con eliminazione, è rimasto niente e tutto. Niente delle polemiche. Niente del principio di distruzione che i reazionari italioti avevano apparecchiato, predisposto, vaticinato. Tutto è la gente.

I cinquantamila che erano venuti il 25 agosto verranno domenica. Saranno anche di più. Con persino più fiducia. Con persino più voglia di farla questa rivoluzione. E’ iniziata. E se ne stanno accorgendo gli altri, e per questo daremo più fastidio, quindi saremo più romanisti. Come canta? Devi esserne orgogliosa, tu sei la Roma. In questo paese dei balocchi senza slanci, proposte, né opposizioni, c’è una società di pallone che si sta reinvantendo un’idea di fare calcio. Lo sta ridando alla gente. Sta riportando il calcio a casa: allo stadio. Il no alla tessera del tifoso è l’atto politico più puro fatto in Italia da qualche tempo a questa parte.

Calcisticamente il più bello, invece, lo ha fatto Francesco Totti l’altro ieri. Le sue parole sono roba da Sinai. Scolpite internet nella roccia. Hanno tacitato i servi senza padrone, hanno sorpreso gli sciocchi, hanno curato gli infedeli, hanno fatto sorridere gli occhi ai romanisti. La sua umiltà e il suo coraggio sono diventati adrenalina per i tifosi della Roma. C’è aria di Roma nell’aria di Roma. Una squadra nuova. Un direttore poeta. Un allenatore dadaista. Un Don Chisciotte in arrivo dall’Inghilterra. Una proprietà che non ha subito avuto paura di mettersi contro il potere. Tra tre giorni c’è il Cagliari. Tre giorni. Non si tratta più di risorgere, ma di cominciare a mettere la prima orma, la prima di un lungo cammino che è affascinante perché non si sa dove porterà. Si sa solo con chi lo farà la Roma. Coi suoi tifosi. Sono tornati a essere la stessa cosa. Il più grande spettacolo compreso il big bang