rassegna stampa roma

Il NY Times scrive a Tom

(Il Messaggero – F.Pompetti) Dio ci salvi dall’americanizzazione della lupa capitolina! Il grido non viene dalle sponde del Tevere, ma dalle colonne della cronaca sportiva del New York Times, nell’edizione domenicale che ieri ospitava...

Redazione

(Il Messaggero - F.Pompetti) Dio ci salvi dall’americanizzazione della lupa capitolina! Il grido non viene dalle sponde del Tevere, ma dalle colonne della cronaca sportiva del New York Times, nell’edizione domenicale che ieri ospitava l’articolo dello scrittore americano Michael Agovino.

«Sono tifoso della Roma dal 1982 e non posso sopportare l’idea che la squadra perda la sua natura, e la sua gloria quasi centenaria, nel nome degli interessi del sacro dollaro statunitense». Agovino ce l’ha naturalmente con Thomas DiBenedetto e con la cordata da lui guidata che è attualmente al timone della Roma. Parla da tifoso, e come tale riesce a dare vita ai timori di tutti i fan della squadra, indipendentemente dalla lingua e dalla nazionalità. Il suo sfogo parte dallo sdegno di fronte all’annunciato ridisegno del logo della squadra: «Con cosa vuole Di Benedetto rimpiazzare la lupa? Forse con Volverine?» si chiede Agovino alludendo ad uno dei supereroi a fumetti della Marvel. La sua è una paura a fior di pelle, come si addice ad un tifoso de core, ma l’analisi che segue è molto più razionale. Alcuni americani ignoranti delle dinamiche del calcio europeo dovrebbero tenersi lontani da questo mondo, ed evitare di cedere alla tentazione di considerarlo una semplice opportunità commerciale. Lo scrittore fa l’esempio di Malcom Glazer, l’imprenditore della Florida e proprietario della squadra di football americano dei Tampa Bay Buccaneers, che ha acquistato il Manchester United, e che ha finito per vedere i tifosi inglesi bruciare foto con il suo ritratto di fronte al fallimento della nuova gestione.

Agovino passa in rassegna l’insuccesso di Tom Hicks e George Gillett nella gestione del Liverpool, ceduto un anno fa con i forzieri vuoti e la tifoseria sul piede della rivolta. I nuovi proprietari dell’icona della Premier League John Henry e Tom Werner stanno avendo un migliore risultato. Agovino riconosce che DiBenedetto è un loro amico e associato nella proprietà dei Boston Red Sox, e gli concede per questo la sospensione del giudizio in attesa di verifiche successive. Comunque vada, lo scrittore lamenta già una profonda caduta di stile: «La famiglia Sensi aveva riportato un alito di dolce vita sugli spalti dell’Olimpico. Cosa arriverà con DiBenedetto? - si chiede – le ondate di turisti americani alla fine del pacchetto turistico Firenze-Venezia-Roma?». Agovino teme un eccessivo innamoramento per il Barcellona a dispetto delle grandi squadre che allenatori svedesi e cecoslovacchi hanno dato a Roma e ammonisce DiBenedetto contro i tanti ostacoli che incontrerà per realizzare il suo sogno di dare un nuovo stadio alla squadra.