Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, entra nel caos stadio. Nel giugno 2017 si offre di presentare a Parnasi il ministro dello Sport, Luca Lotti. L’obiettivo, scrive Il Fatto Quotidiano, oltre al completamento dello stadio di Tor di Valle, sembra essere il progetto dell’impianto per il Milan. A marzo scorso, Malagò, "assicura di avere un ottimo rapporto coi vertici della squadra", Parnasi risponde che "sicuramente troveranno un accordo quelli di Elliot e i cinesi, e che i tempi si stanno accelerando molto, tenuto conto che Sala vuole annunciare l’accordo entro il mese di giugno". All’appuntamento "operativo", il presidente del Coni chiede di portare il compagno della figlia, Gregorio, che viene effettivamente presentato a Parnasi. Il giovane è disponibile e, dopo una conversazione con Malagò sulla fattibilità del progetto Milan "sbloccando piazza d’Armi per San Siro", invita il ragazzo nella sede della sua azienda, proponendogli di "passare lavorativamente a Roma".
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Il giallo Malagò: “Non sono indagato”
Il nome del presidente del Coni, però, figura nella lista chiesta dai pm per la proroga sulle intercettazioni
Malagò non risponde direttamente, ma attraverso il suo staff che fa sapere, nonostante il suo nome figuri nell'elenco chiesto dai pm per la proroga delle intercettazioni, come il numero uno del Coni non sia nel registro degli indagati.
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