(Corriere dello Sport) -Che tipo di giocatori comprerà la Roma? Partiamo dal numero dei rinforzi: almeno tre, forse quattro. I nomi: Kjaer in difesa, nonostante la concorrenza della Lazio e il primo no di Magath. Sabatini è sicuro di averlo in pugno. Poi c’è l’attaccante: più Nilmar di Hernandez.
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Il futuro della Roma, da De Rossi a Viviani
(Corriere dello Sport) – Che tipo di giocatori comprerà la Roma? Partiamo dal numero dei rinforzi: almeno tre, forse quattro. I nomi: Kjaer in difesa, nonostante la concorrenza della Lazio e il primo no di Magath. Sabatini è sicuro di...
E’ atteso infine, nella migliore delle ipotesi, un paio di centrocampisti, uno dei quali sarà di livello internazionale: forse Fernando del Porto. Ma la Roma nel frattempo deve risolvere la grana extracomunitari, piazzando Barusso e/o Simplicio all’estero.
Qual è il saldo della campagna acquisti finora?Il totale dice -12,4 milioni. Non abbiamo considerato negli acquisti e nelle cessioni i vari bonus, che per definizione sono imprevedibili, né le operazioni minori, come i prestiti e i riscatti di Crescenzi, Curci e Bertolacci, né le dilazioni dei pagamenti che vengono spalmati su diversi anni. La Roma ha finora speso 38 milioni: 10 per Borriello, 6,3 per Stekelenburg, 15 per Lamela, 4,5 per Josè Angel, 1,5 per il cosiddetto “incentivo all’esodo” di Doni, 700.000 euro per Rosi. Sono invece entrati 25,6 milioni: 15 per Vucinic, 8 per Ménez, 2,6 per Riise. Come si nota non ci sono Bojan, Heinze e Nego, il cui ingaggio peraltro non è ancora stato ufficializzato. Heinze e Nego arrivano a parametro zero, Bojan in prestito gratuito in attesa che la Roma lo riscatti e il Barcellona lo controriscatti.
Quanti soldi saranno ancora investiti in questo mercato?La quantificazione non è difficile, è impossibile. Perché il piano di rafforzamento è biennale e terrà conto delle occasioni che via via si presenteranno, oltre che degli stipendi dei calciatori. In proiezione, da ora alla fine di agosto potrebbero uscire ventiventicinque milioni, escluse altre cessioni. Il gruppo americano che il 18 sarà ufficialmente padrone della Roma ha già investito circa 115 milioni nell’affare. Ma bisogna considerare che le partenze di Doni, Méxes, Vucinic, Riise e Ménez hanno generato un apprezzabile abbassamento del monte stipendi, uno degli obiettivi della società in ossequio al fair play finanziario.
Borriello e Pizarro andranno via?Borriello forse, Pizarro no. Sono due giocatori che Luis Enrique non considera titolari. Ma hanno stipendi molto pesanti, che li rendono poco appetibili sul mercato di medio livello. Sia l’uno che l’altro possono andare via se li chiama un top team, o comunque un club che è pronto, o addirittura obbligato, a spendere molto per crescere: il Paris Saint-Germain, ad esempio. La realtà al 9 agosto è che la Roma non ha ricevuto offerte per nessuno dei due. Pizarro, poi, anche se scontento della situazione che si è venuta a creare con il nuovo staff tecnico, non ha voglia di lasciare Roma. Intende onorare il contratto fino al 2013 e poi, a 34 anni, tornare in Cile: a Valparaiso, «il posto più bello del mondo».
Luis Enrique è soddisfatto della squadra che gli hanno messo a disposizione? Non tanto. Nel senso che si aspetta ancora rinforzi di qualità. Tra gli acquisti già ufficializzati, è stato accontentato su Bojan e Josè Angel. Aveva chiesto un portiere, Kameni, e ne è arrivato un altro, Stekelenburg, che comunque gli dà abbondanti garanzie. Su Lamela si fida dell’intuizione di Sabatini. Non si è disperato quando gli hanno comunicato che Riise, Vucinic e Menez erano andati via. Adesso si aspetta che venga completato l’organico. Il prima possibile.
De Rossi resterà alla Roma?Bisogna sbilanciarsi. La sensazione è che alla fine De Rossi accetterà l’offerta e firmerà il rinnovo, condizione necessaria per continuare insieme. Sarebbe una scelta di cuore, supportata da un ottimo trattamento economico, che respingerebbe l’eldorado Manchester City. Probabilmente servirà un piccolo, ulteriore rilancio dell’a.d. Fenucci per convincerlo definitivamente. Si dovrebbe chiudere intorno ai 4,2 milioni annui netti di fisso più bonus vari, per quattro o cinque stagioni. Sui tempi dell’accordo, invece, è impossibile fare previsioni. De Rossi adesso è in nazionale, potrebbe dare la sua risposta da un momento all’altro.
Totti farà pace con Baldini? Non ci sarà una pace perché non c’è stata una guerra. Totti, all’inizio del ritiro, ha detto a Roma Channel di non avere «mai visto gli americani», Baldini ha forse interpretato queste parole come una scettica presa di distanza dalla nuova proprietà per qualche interesse personale. Da qui l’intervista a «Repubblica» e un aggettivo, «pigro», nei confronti del capitano. Totti si è offeso, soprattutto perché certe cose non gli erano state dette in faccia, ma quanto prima chiarirà a quattr’occhi con Baldini la questione. Baldini dirà a Totti che non aveva niente contro di lui. E che semmai voleva sgravarlo da certe responsabilità istituzionali. Il loro rapporto prima della polemica? Normale. Non c’era amicizia ma nemmeno ostilità. Erano due professionisti abituati a convivere per il bene della Roma. Si ripartirà proprio da qui.
Viviani farà parte della prima squadra? Sì. O comunque di una prima squadra. Tra i ragazzi della Primavera valorizzati da Luis Enrique, sono lui e Caprari ad avere chance di entrare stabilmente nello spogliatoio dei grandi. Viviani è del 1992, Caprari del 1993: sono tutti e due in età per giocare ancora nella Primavera ma hanno fretta di emergere. Vorrebbero imparare nella Roma ma se non fosse possibile restare nella rosa, preferirebbero andare via in prestito piuttosto che tornare tra i ragazzini. Non per presunzione ma per passione.
Quali sono gli obiettivi della squadra nella prossima stagione?Luis Enrique ha eluso abilmente la domanda nascondendosi dietro a Harry Potter, sul modello di Mourinho. Ma è evidente che la Roma punti a tornare in Champions League, che per il bilancio e per il prestigio è una condizione necessaria di sviluppo aziendale. Quindi, la stagione sarebbe considerata positiva in caso di piazzamento tra le prime tre squadre di serie A. E’ difficile pensare di vincere subito perché «Rome wasn’t built in a day», come ha ricordato Thomas DiBenedetto citando un vecchio proverbio anglosassone. Ma se Roma non è stata costruita in un giorno, la Roma ha bisogno di un progetto abbastanza efficiente e rapido. Altrimenti la costruzione, con il passare del tempo, diventerà molto più complicata.
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