(Il Messaggero - U.Trani) - Claudio Ranieri mette in bacheca il quarto derby di fila e lo potrà fissare a lungo: è il primo allenatore nella storia della Roma a vincerne quattro consecutivi e addirittura al primo colpo, come dimostra la sua media, rispetto a colleghi che lo hanno preceduto: 100 per 100.
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Il derby della svolta
(Il Messaggero – U.Trani) – Claudio Ranieri mette in bacheca il quarto derby di fila e lo potrà fissare a lungo: è il primo allenatore nella storia della Roma a vincerne quattro consecutivi e addirittura al primo colpo, come dimostra...
I quattro successi contro la Lazio hanno, per lui, l’effetto desiderato: con la partita di mercoledì sera riacquista il consenso della piazza. A priori. Perché il derby, in nessuna città come Roma, viene prima di ogni errore e di qualsiasi sconfitta. Ma la serata di Coppa Italia non è da disperdere, nel senso che non bisogna circoscriverla all’eliminazione della Lazio dalla competizione. Deve essere la gara della svolta, visto che la Roma rimane in corsa su tre fronti e la vittoria contro i biancocelesti può diventare fondamentale per la seconda parte di questa stagione. Insomma, gli strascichi per una volta devono essere solo positivi per il gruppo, nel morale e anche nella gestione dei rapporti interni. Sapremo subito se il derby inciderà, sul futuro, nel modo giusto: domani sera è già campionato, all’Olimpico contro il Cagliari, e giovedì prossimo, all’Olimpico di Torino, è di nuovo coppa, per la gara secca dei quarti contro la Juve che scaricò brutalmente, due stagioni fa, proprio l’allenatore di San Saba. Nella testa, la Roma avrà solo benefici. Dopo giorni trascorsi a nervi scoperti, nel gruppo si respira finalmente euforia e serenità. Soprattutto compattezza, come tutti hanno visto nei festeggiamenti in campo, continuati poi ieri sera nella cena che ha coinvolto gran parte dei giocatori. Mercoledì sera l’unico a lasciare l’Olimpico con il muso lungo è stato Menez. Protagonista nella ripresa del derby, il francese non ha gradito l’esclusione dalla formazione di partenza. Bene, stavolta non si perso tempo. Ranieri e Montali ieri mattina hanno chiamato Jeremy e gli hanno rinnovato la stima. Dell’allenatore e della società, appunto. Il primo, tra l’altro, gli ha spiegato nuovamente che adesso dovrà curare i particolari, cercando la continuità e dimenticando l’indolenza, per compiere il definitivo salto di qualità e, probabilmente su input del suo vice Damiano, gli ha fatto sapere che in Francia lo stanno seguendo con grande attenzione per il rilancio anche in nazionale. Rosella Sensi, presente a Trigoria, può essere soddisfatta. Ranieri ha accettato il suo suggerimento di puntare sul dialogo proprio per avere il meglio da ogni giocatore. Subito sgonfiato, dunque, il caso Menez, ora l’allenatore può preparare con più serenità i prossimi impegni. Il derby, come dicevamo sopra, deve aiutarlo anche nelle scelte che, ultimamente, hanno creato più di un malumore nello spogliatoio. La gara con la Juve renderà meno doloroso il turn over previsto per domani sera e scontato anche per la squalifica di Nicolas Burdisso. Ma la rotazione non deve essere un obbligo. Anche se la striscia dell’ultimo mese sembra promuovere i continui cambi di formazione del tecnico: 6 partite giocate, 5 successi e 1 sconfitta. Adesso Ranieri, però, può permettersi di fare scelte definitive. Cioè di puntare su un undici base, da modificare a seconda delle condizioni di forma dei singoli (anche delle squalifiche o degli infortuni, ovviamente) e non forzatamente per accontentare tutti. Per vincere c’è bisogno del gruppo. Ma anche della Roma titolare e non di una squadra che non è mai uguale. Perché insistendo sugli stessi è più facile che il coro sia intonato. E comunque in campo devono scendere i migliori. Contro la Lazio, rispetto alla gara vinta a Cesena domenica scorsa, sei giocatori diversi al fischio di inizio: Julio Sergio, Mexes, Greco, Brighi, Adriano e Borriello. Va bene il portiere titolare e Borriello per lo squalificato Totti, anche i tre stopper per il forfeit di Cassetti e Brighi per l’indisponibilità di Perrotta, ma quattro cambi sarebbero bastati e avanzati. Tant’è vero che, dopo l’intervallo, sono entrati i grandi esclusi Menez e Vucinic, decisivi per dare la scossa che ha generato la vittoria. Restando proprio al derby e considerando l’importanza di Cassetti e Perrotta, due assenti-titolari, bisogna pensare che in ogni settore c’è l’alternativa di primo piano per ridurre il turn over all’essenziale, senza stravolgere la fisionomia: a parte Doni come vice di Julio Sergio (senza offesa per Lobont), Juan come centrale difensivo (è attualmente il meno in forma, ma domenica giocherà per la squalifica di Burdisso senior), Pizarro per la qualità in mezzo al campo (il cileno a fine mese sarà pronto) e Totti per i colpi geniali in attacco. In più non bisogna dimenticare gente come Brighi e Taddei, uomini per tutte le partite. Il capitano, intanto, si prepara a rientrare domani sera. Il ballottaggio è tra Vucinic e Menez: se resta fuori Mirko è solo perché sarà lui poi l’unico attaccante sicuro del posto a Torino contro la Juve. Ma aspettiamo oggi, anche per la verifica delle condizioni psicofisiche dei singoli in allenamento. In difesa, se non ce la fa Cassetti, entra Rosi. A centrocampo ha qualche chances Taddei.
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