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Il calcio italiano all'ultimo stadio. Di polizia

(Il Romanista – D.Galli, M.Macedonio) Fa ancora discutere l’assurda multa ai ragazzi con i cartoncini per la scenografia di Roma-Lecce.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli, M.Macedonio) Fa ancora discutere l’assurda multa ai ragazzi con i cartoncini per la scenografia di Roma-Lecce.

 

CONTUCCI: "BASTA TRATTARE I TIFOSI COME CRIMINALI. RIPENSIAMO LE NORME" «Forniremo assistenza legale gratuita. Faremo ricorso al Prefetto». Parla al plurale Lorenzo Contucci. Parla al plurale, perché parla indossando più vesti: di romanista, di avvocato e di consigliere di MyRoma, l’azionariato popolare romanista. L’associazione scenderà in campo contro la multa da 172 euro comminata domenica dal G.o.s. dell’Olimpico, il Gruppo operativo di sicurezza che fa capo al Commissariato Prati, a quei ragazzi pescati – ma pescati per davvero: che criterio hanno usato per fermarli? - a portare dentro l’Olimpico del materiale plastico non autorizzato per la scenografia. Perché se multi loro, multi la Sud. E se multi la Sud, multi tutti. Pure la società, che sui propri social network ha reso omaggio alla più bella dimostrazione di colore da quando c’è bisogno di un permesso per dire “Ti Amo” all’amore più grande che c’è. Alla Roma. Contucci, è sempre più uno stadio di polizia? Io dico: o si decide di adottare il metro del rigore assoluto, e allora mi devo aspettare che venga multato pure il Roma Club che tiene attaccato uno striscione sulle vetrate. Oppure bisogna usare il buonsenso. E’ stata punita una scenografia che la Roma ha messo sulla sua pagina Facebook! Io capisco che tu poliziotto debba levare il cartoncino al ragazzo che tenta di introdurlo, ma da qui a multarlo di 172 euro... Questa è miopia. E invece si colpisce qua e là. Una parte della legge Amato prevede il daspo da 2 mesi a 2 anni, in caso di seconda violazione del regolamento d’uso dello stadio. Ma questo è assurdo, perché il daspo punta a sanzionare dei comportamenti violenti. E cosa c’è di violento nel gesto di un tifoso che butta della carta per terra, invece che in un cestino? Questa è maleducazione, mica violenza.

Perché pure questa è una violazione del regolamento? Certo. E’ un’altra stortura del sistema. Se legge il regolamento, dovrebbero essere sanzionati praticamente tutti gli spettatori. Faccio un esempio. Il giorno di Roma-Juve, per colpa dei cartelloni che impediscono di vedere, parecchi tifosi nel parterre della Tevere saranno costretti a restare in piedi, oppure a sistemarsi in un altro posto. Teoricamente, se fosse applicato alla lettera il regolamento, andrebbero multati tutti. Invece si fa una scelta selettiva: tu vieni multato, tu no.

E in base a quali criteri? Facile. Sono puniti i pezzi di plastica che servono alla scenografia non autorizzata oppure gli striscioni contro la tessera del tifoso. Quando invece altri tipi di striscioni continuano a entrare.

Si può definire cervellotica la determinazione del 2007, figlia del dopo-Raciti, in cui sono state fissate delle regole stringenti proprio per l’autorizzazione richiesta? Totalmente cervellotica. E poi qui ogni questore fa come gli pare. A Bari, ma anche in altre città del Sud, si sentono i tamburi. A Napoli anche il trombettiere. Sia chiaro, non sto dicendo che il trombettiere non debba entrare, ma mi domando perché quella fase emergenziale sia stata istituzionalizzata.

In sostanza, avvocato, lei chiede che vengano ripensate quelle norme che regolamentano il tifo. Auspico un ripensamento. Vorrei che fosse allentata la morsa. I tifosi non sono dei teppisti e non è possibile che vengano trattati come tali solo perché sono contrari alla tessera del tifoso.

Ecco, questo è un altro punto denunciato da qualche ragazzo della Curva: il trattamento da parte di qualche funzionario. C’è un tale stato di tensione allo stadio, che per bypassare delle autorizzazioni assurde le cose si fanno in modo carbonaro. Io capisco lo smacco per non essere riusciti a impedire una bella scenografia, ma non si può trattare un tifoso come un criminale solo perché ha portato dei cartoncini che hanno colorato un Olimpico deserto.

E poi oltre al danno c’è la beffa. Sul verbale di accertamento si invita l’interessato «a portare in visione al Commissariato Prati l’attestazione dell’avvenuto pagamento». Quando si paga una multa per essere passati col rosso, non si è tenuti a mostrare la ricevuta ai vigili. Esatto, io non sono affatto costretto. Metta caso che vivo all’estero, che faccio? Devo tornare apposta?

Lei auspica un ripensamento. Cosa si può fare? Si può rivedere l’articolo 9 della legge Amato. Il principio dovrebbe essere che il biglietto non dovrebbe essere rilasciato solo a chi è sotto daspo. Mi spiego. Se sono stato daspato dal questore e poi anche dal giudice in primo grado, non è possibile che mi debba fare altri cinque anni senza stadio dal giorno della sentenza definitiva, come previsto invece dalla legge Amato. Non posso pagare tre volte per lo stesso fatto. Le cito un caso. Nel 2010 un mio assistito si è visto confermare dalla Cassazione una sentenza di condanna per gli incidenti di Brescia-Roma del ’94. Incidenti per i quali all’epoca aveva subìto prima un daspo dal questore e poi uno dal giudice. Una volta scontate le diffide, era tornato tranquillamente all’Olimpico. Ma dopo che nel 2010 la sentenza di condanna è diventata definitiva, dovrà restare fuori altri cinque anni. Mentre magari un assassino che ha ammazzato due bambini, una volta scontata la condanna, è libero di andare all’Olimpico.

ENZO FOSCHI: "SIAMO AL DELIRIO. UNO SPETTACOLO TANTO BELLO NON PUO' PORTARE AD UN PROVVEDIMENTO SIMILE" «Siamo al delirio». Commenta così Enzo Foschi, consigliere regionale del Pd, la vicenda che ha visto domenica scorsa multare, con euro a testa, decine di ragazzi per aver portato all’interno dello stadio, ciascuno di loro, un foglio di plastica colorata. «E’ una cosa incredibile – continua Foschi – sapere che la conseguenza di una coreografia così bella, tanto da essere lodata anche dalla società giallorossa sulla propria pagina Facebook, abbia potuto dar luogo a provvedimenti del genere. E’ vero che i funzionari devono applicare la legge, ma anche la legge va applicata con intelligenza. E qui mi sembra che se ne sia dimostrata davvero poca. Tanto più che, se si legge lo striscione (peraltro autorizzato, ndr) al quale si accompagnava, ci troviamo di fronte a qualcosa di anomalo rispetto a come si concepisce il calcio italiano. Una scritta assolutamente distensiva e, soprattutto, apprezzata e condivisa da tutto lo stadio. Perché ribadiva che ciò che conta è l’impegno del calciatore, anche al di là del risultato, che può arrivare o meno. E se arriva, è meglio, altrimenti pazienza. Non se ne può essere schiavi. Credo che sia la prima volta che si fa un’affermazione di questo tipo. Solo Zeman ragionava così… Chissà, deve essere apparsa offensiva verso quanti hanno un’altra idea del calcio. Ma che idea è la loro? Forse quella della robotizzazione… Mi sarei semmai aspettato che venisse applicato il Daspo all’arbitro e al guardalinee, per aver annullato il gol di Osvaldo. Perché è quello il vero scempio a cui si è assistito».

PAOLO CENTO: "FACCIAMO UNA SOTTOSCRIZIONE PER PAGARE LE MULTE PERCHE' SIAMO TUTTI NOI "COLPEVOLI"" Ci va giù ancora più duro, Paolo Cento. «E’ assolutamente incredibile ciò che si è visto domenica, con la multa inflitta ai ragazzi della Sud – dice l’esponente di Sinistra e Libertà. – Il ministro Cancellieri deve intervenire al più presto, per sanare una situazione che non è più sopportabile. Mi riferisco a questo continuo colpire i tifosi, senza che si assista ad alcuna forma di violenza da parte loro. In questo caso, erano solo portatori di una coreografia bellissima. E allora, sembra quasi una persecuzione. Bene ha fatto Il Romanista a sollevare il problema, dando spazio a questa vicenda sulle proprie pagine. Mi viene da dire che siamo tutti “colpevoli” di quella coreografia. E propongo quindi di dar vita ad una grande colletta, che tolga a quei ragazzi il peso delle multe che si ritrovano da pagare. Si sarebbe dovuta multare tutta la curva? Semmai tutto lo stadio. Perché tutti noi che eravamo lì abbiamo condiviso e applaudito quello striscione e quei tanti cartoncini colorati, o quadretti di plastica che fossero. Lancio pertanto, attraverso il Romanista, l’idea di una sottoscrizione in favore di quei tifosi, pagando tutti noi quelle multe. E si promuova anche un incontro con il questore di Roma e il Ministero dell’Interno, dicendo loro che siamo tutti “corresponsabili” di quella scenografia. E’ certamente importante che la Roma abbia ringraziato la curva per quei colori che l’hanno riempita e, soprattutto, quello striscione “Mai schiavi del risultato”. Un grande segno di maturità, in un momento in cui, a fronte di un progetto portato avanti dalla società, che ha scelto di investire in una squadra di giovani, si discute molto sul valore del risultato. Ripeto: se Il Romanista si farà promotore di una campagna di raccolta fondi, sarò pronto a dare la mia adesione con una quota. Come dovremmo fare tutti, di fronte a qualcosa di incomprensibile e di dubbia interpretazione qual è la vicenda di domenica scorsa. Perché non se ne abbiano a ripetere altre».

MARIO STADERINI: "E' IL GRANDE FRATELLO, QUELLO DI ORWELL. CON NORME INCOSTITUZIONALI E ILLIBERALI" «Con l’impazzimento dei controlli a cui assistiamo, sembra ormai di stare al Grande Fratello. E intendo quello del romanzo di Orwell, non quello televisivo di oggi». E’ quanto sostiene Mario Staderini, segretario Radicali Italiani, a commento della vicenda che ha visto multare decine di tifosi per la scenografia allestita all’Olimpico domenica scorsa. «Sta emergendo, passo dopo passo – continua Staderini – la follia derivante da una panoplia di strumenti di repressione assolutamente inutili, perché ingiustificati e autoritari. Aggiungo che questa normativa, sia a livello complessivo che di singole disposizioni, è incostituzionale e illiberale. Ed è ora che sia smantellata, pezzo per pezzo, rivolgendosi ai tribunali. Io stesso, per esempio, ho in piedi il ricorso avanzato rispetto al divieto di andare in trasferta per i tifosi residenti a Roma, che è un’altra cosa grave. E passiamo così da divieti basati sulla residenza geografica o che discriminano addirittura in base al sesso, come al derby, dove se non eri donna non potevi andare in Tevere, fino alle multe per dei cartoncini colorati, solo perché parte di una scenografia. Peccato che non fossi allo stadio domenica scorsa, altrimenti mi sarei autodenunciato. Mi viene da pensare che sia stata una vera e propria ripicca, motivata magari dal fatto che, in precedenza, la stessa Sud aveva fatto una coreografia non autorizzata. E oggi come oggi, fare una coreografia non autorizzata significa compiere un gesto da mentalità ultras, proprio perché è vietato. Che equivale a dire di un comportamento, quello della curva, che viene punito solo perché c’è un divieto. Che non ha però ragione di esistere».