rassegna stampa roma

Il calcio europeo a stelle e strisce

(Finanza & Mercati – G. Teotino) Arrivano gli americani. II football europeo si riempie di stelle e strisce. Dopo la conquista dell’Inghilterra con una sorta di colonizzazione all’incontrario e una tentata incursione in...

Redazione

(Finanza & Mercati - G. Teotino) Arrivano gli americani. II football europeo si riempie di stelle e strisce. Dopo la conquista dell'Inghilterra con una sorta di colonizzazione all'incontrario e una tentata incursione in terra di Francia, ora sbarcano in Italia Non ad Anzio, direttamente a Roma.

Nelle prossime ore, salvo sorprese, a Boston verrà perfezionato il passaggio di proprietà della Magica. E Berlusconi ha già dato il benvenuto a Mr. DiBenedetto: «Gli auguro di avere gli stessi successi che ho avuto io al Milan, però deve sapere che con il calcio in Italia non si guadagna, si spende soltanto«.

 

Vero, il suo modello, che poi è quello di Moratti, prevede una cospicua addizione di capitali propri ai ricavi, già consistenti ma non diversificati, di default. Prevede cioè di pagare di tasca propria per vincere. Ma e un modello che l'Uefa nelle prossime stagioni non permetterà più: con il nuovo Financial fair play non si potrà spendere più di quello che si incassa. Arrivano gli americani. Hanno già messo le mani sulla Premier League. Dopo l'ultima scalata di Stan Kroenke all'Arsenal, sono ora cinque su venti le squadre britanniche d'eccellenza controllate da investitori USA.

Qualcuno ha fatto anche il furbetto del palloncino: ad esempio, gli ex proprietari del Liverpool, Hicks e Gillet, e il magnate Glazer (Manchester United), che rilevarono i club attraverso operazioni di debt leveraging, cioè facendosi completamente finanziare e mettendo il debito a carico del club.

Ma, complessivamente, l'ingresso di investitori stranieri, statunitensi e non solo, ha arricchito non solo di denari, ma anche di idee e best practices il calcio inglese, già basato su un modello molto ben funzionante: grande spettacolo, stadi pieni, gestione manageriale efficiente, marketing sviluppato a livelli assai raffinati. Arrivano gli americani ma in Italia non troveranno le stesse strutture e sovrastrutture Uk.

La realizzazione di uno stadio di proprietà da noi non è un semplice investimento, ma un'avventura kafkiana, se non proprio una chimera. E l'asse presidente-direttore sportivo-procuratori-allenatore - scheletrica struttura dei club italiani - tende a non lasciare spazi a figure professionali più specializzate e orientate al mercato, a società più modernamente e managerialmente organizzate.

Arrivano gli americani Perché comunque l'Italia, vistiiritardi e le potenzialità del sistema calcio tricolore, può essere per loro il nuovo giardino dell'Eden, mentre le porte di Spagna e Germania, mercati calcistici in sviluppo, sono sostanzialmente chiuse agli stranieri: li i club principali non sono spa, ma semplici associazioni, entrarvi è praticamente impossibile. E in Francia il tentativo è fallito: il Paris St. Germain è già in vendita. Chissà se riusciremo ad accoglierli meglio. Ne avremmo bisogno.