(Il Romanista - S.Romita)- La Roma è completamente nuova. Ha un nuovo proprietario, un nuovo allenatore, nuovi dirigenti e preparatori, nuovo staff a tutti i livelli, e undici o dodici, secondo i punti di vista, nuovi giocatori.
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I violinisti, la rivoluzione e la normalità
(Il Romanista – S.Romita) – La Roma è completamente nuova. Ha un nuovo proprietario, un nuovo allenatore, nuovi dirigenti e preparatori, nuovo staff a tutti i livelli, e undici o dodici, secondo i punti di vista, nuovi giocatori.
Tantissimi giovani, compresi i talenti del vivaio su cui si punta per aprire un ciclo che ci porterà a lottare per scudetto e Champions League. Parlare dunque di normalità da perseguire è una stupidaggine grande come una casa. Nulla, nella Roma di oggi, chiede o ha a che fare con la normalità. La normalità non esiste. E’, nel calcio, restaurazione. E’ vecchiume. Giocare con Pizarro inserito nelle nuove idee di gioco di Enrique è normalità? Assolutamente no. Licenziare chi perde sabato sera è normalità? Sicuramente si. Ed è quello che potrebbe accadere all’Inter di Gasperini e non certo alla Roma. Un Inter che sa di vecchio e sa di crisi. Indipendentemente dal risultato di domani sera. E’ infatti un vecchio schema italiano quello di non osare o non investire sui giovani salvo criticare chi lo fa. Ed e’il solito ritornello assumere un tecnico e criticarlo pubblicamente dopo dieci giorni delegittimandolo agli occhi della squadra e del pubblico, e minando le sue poche o tante certezze e schemi nuovi. Questa è normalità Moratti, e questa è al contempo crisi. Gasperini ha calciatori vecchi e nuovi acquisti che devono ancora capire dove si trovano e che cosa devono fare. E sulle spalle una crisi in atto che Moratti ha saputo scaricargli addosso con una superficialità senza pari. Da vecchio capitalista. Di superficialità si deve parlare anche per i commentatori che parlano di crisi di Guardiola e del Barcellona per il solo fatto di aver preso un gol da Pato dopo dieci secondi. Un gol alla Pelè, alla Maradona, alla Cruijff, per chi ha negli occhi le progressioni dei tre più forti calciatori di sempre. Poco conta che i blu grana hanno preso due pali e che hanno saputo capovolgere il risultato. Il pareggio all’ultimo minuto del Milan ne avrebbe, per i soloni incipriati, sancito la crisi. Per un certo giornalismo è così. Per noi no. La normalità che si sarebbe chiesta al Barcellona sarebbe stata il difendere il 2 a 1 con un bel catenaccio di trapattoniana memoria. E chissà che cosa si chiederebbe ai giallorossi a San Siro. Un cauto pareggio in contropiede? Noi puntiamo ancora tutto sulla rivoluzione Roma e sul suo progetto. Sul nuovo gioco e sulla nuova filosofia. Certi che saremo ricompensati dai risultati. Per ora comunque siamo già paghi del rinnovato clima da cene, affiatamento, e stagione di futuri che si è aperta. E’ questo un ragionamento da violinisti in cerca di ingaggi, come sosterrebbe chi invita la Roma alla normalità del passo indietro? Credo proprio di no. Per trentennale esperienza di giornalismo professionista non ho mai visto violinisti ingaggiati. Non si compra una cosa che hai già. Più facile che ad essere ingaggiato sia il musicista che stona di proposito. Ecumenicamente aperto a musica e nuovi ritmi. Di musicisti così è pieno il mondo
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