rassegna stampa roma

I tifosi in coro: “Non si scherza con la Roma!”

(Il Romanista – T.Cagnucci, C.Zucchelli) «Nessuno si azzardi a scherzare con la Roma». Loro non lo permetterebbero. Loro sono i tifosi della Roma che stanno qui a Riscone e che ieri, il dopo la grande paura – a un certo punto nel pomeriggio...

Redazione

(Il Romanista – T.Cagnucci, C.Zucchelli) «Nessuno si azzardi a scherzare con la Roma».Loro non lo permetterebbero. Loro sono i tifosi della Roma che stanno qui a Riscone e che ieri, il dopo la grande paura – a un certo punto nel pomeriggio dell’altro ieri la rottura fra gli americani e la banca sembrava conclamata

– vogliono far sentire la loro voce. Più chiara possibile. I tifosi della Roma non ne possono più delle chiacchiere e non ne possono più di rimandi odi ostacoli improvvisi. «C’è qualcuno – eccome se c’è – che esulterebbe se saltasse la trattativa».Lo dicono sia il presidente dell’Associazione Italiana Roma Club, Francesco Lotito, sia il vicepresidente dell’Unione Tifosi Romanisti, Romeo Capelli. Sono i rappresentanti massimi (forza Fabrizio!) delle organizzazioni dei club romanisti qui in ritiro in Alto Adige. «Siamo frastornati,totalmente frastornati da quello che si dice –dice Capelli, Utr – Si parla di tutti tranne che di calcio. Troppe parole alla rinfusa, troppe chiacchiere che poi vengono contraddette da altre chiacchiere. Adesso la realtà della Roma è quella che vedete qui davanti agli occhi, una squadra e un allenatore senza management. Arriveranno dei dirigenti importanti, ma ci vuole la figura del presidente. Ci vuole questa svolta che aspettiamo da troppo tempo. Se ancora non è avvenuta,però, è perché più di qualcuno ha messo i bastoni fra le ruote. Magari sono gli stessi che esulterebbe se saltasse tutto, senza capire che così ci rimetterebbe solo la Roma». E’ quasi un’eco quella di Francesco Lotito:«Da quant’è che stiamo parlando di questo passaggio di proprietà? Mi tengo stretto: dall’arbitrato di Ruperto a oggi è passato più di un anno e ancora non è arrivato questo benedetto-maledetto closing. Per il tifoso della Roma è sfinente. Ora speriamo di essere arrivati a una svolta come sembra. A questo punto mi interessa solo una

 

data: il 18 agosto, quando inizieranno gli impegni ufficiali della stagione con la partita di Europa League.E’ evidente che ci siano forze contrapposte,qualcuno che si sia approfittato di questa situazione di stallo per insinuare dubbi e amplificare lo scetticismo. Sicuramente c’è chi vorrebbe che il passaggio saltasse». Sicuramente a Riscone non ci sta. Non ci stanno. A Riscone il fronte appare compatto-comune: «La banca deve capire meglio che la Roma non è un bene come gli altri. Anzi, che la Roma è un bene enorme di un popolo».E’ il refrain di Luca, Claudio, Daniele ed Elisabetta.“Gente da stadio”, si amano definire così e non amano dare altre indicazioni. «Tanto il concetto è sempre lo stesso». C’è chi invece dà nomee cognome per far sapere la sua opinione. Come Cristiano Rossetti, 30 anni: «Io non ci capisco niente di queste cose – premette - però mi dà troppo fastidio che mentre sono qui in ritiro mi tocca pensare a cose come bilanci e closing. Anche voi giornalisti, prima ci chiedevate chi fareste giocare tra questo e quel giocatore, adesso invece ci parlate della banca. Fiducia in Di Benedetto?

Sì, ma aspetto di vederlo  qui. Fiducia nella banca? Anche, non possono fare una figura così». Davide Scarponi, 32 anni, romanista da sempre,inizia con una domanda retorica: «E che devo dire? Ieri sera a momenti me prendeva un colpo,oggi leggo sui giornali che tutto è più tranquillo. Non so che dire, se non che Unicredit deve trovare il modo di risolvere tutto. Si sono presi questa incombenza, adesso devono uscirne bene. Di Benedetto? Più che lui mi hanno colpito i dirigenti che ha scelto. Sono una grande garanzia,anche se l’uscita di Baldini su Totti non mi ha fatto impazzire». Roberto Giannelli, 28anni ce l’ha chiaramente con la banca: «Unicredit se deve sbrigà a chiude perché ha tutto da guadagnarci. Se fallisce gli americani tornano da dove sono venuti e chi si è visto si è visto. Ma loro ci devono rimanere in Italia, voglio vedere che succede. Fino ad ora la Roma nuova mi piace, anche se c’è una lentezza esagerata nelle operazioni. Io però devo ammettere la verità: quando ci stanno gli articoli sulla società, leggo solo i titoli, mi interessano altre cose tipo i giocatori che compriamo e quelli che se ne vanno. Tra questi potrebbe esserci De Rossi? Non scherziamo. Certo, se saltano gli americani il primo che va via è lui, ma non ce voglio pensa’ per non rovinarmi il ritiro».Mauro Gaioni ha certezze: «Io mi fido completamente di questi americani. I ritardi negli affari così importanti sono normali. Questi vogliono fare i soldi, non vedo perché dovrebbero impazzire all’ultimo. Certo, non sono Abramovich, ma mi pare che finora stiano facendo le cose perbene. Io i tifosi della Roma non li capisco più...Stanno sempre a lamentarsi...». Carlo Gaioni,trentacinquenne, è convinto che si chiuda e basta:«Io penso che alla fine si sistemerà tutto. Ci stanno troppe cose in ballo che noi non sappiamo,quindi resto fiducioso e aspetto. Se dovesse saltare tutto? No, non ci credo. E’ a voi giornalistiche ve piace chiacchierà».