(La Repubblica - F.Ferrazza) Luis Enrique si gode la vittoria di Novara andando a pranzo con il re del fitness, David Pozos.
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I giallorossi ripartono da Novara: “È la nostra vittoria della svolta”
(La Repubblica – F.Ferrazza) Luis Enrique si gode la vittoria di Novara andando a pranzo con il re del fitness, David Pozos.
Una specie di ossessione quella del tecnico romanista per gli sport, estremi o meno, e anche una domenica di tranquillità si trasforma nell’occasione giusta per parlare con un esperto della preparazione fisica. È fatto così, l’asturiano, che continua a cambiare formazione ogni partita, forse alla ricerca della migliore, più verosimilmente perché la sua idea di gioco dovrebbe andare oltre la scelta degli uomini. Quello che nel 2-0 di Novara è risultato evidente, al di là di tutto, è come, a fronte di un supremazia in attacco, la Roma continui a soffrire (e molto) in fase difensiva. Pur non subendo reti, tante le incertezze dei singoli e del reparto in generale. E sarà proprio quella la zona del campo che a gennaio necessiterà di un maggior intervento in entrata, soprattutto sulle fasce. Nel frattempo i romanisti si godono le reti di Bojan e Osvaldo, otto gol in due, in attesa del rientro di Totti. Insieme a Pjanic e Lamela, comincia a prendere forma l’attacco sognato da Luis, fatto di giocatori intercambiabili, che sappiano interpretare un po’ tutti i ruoli. Ai quali si aggiungerà Totti, dopo la sosta. Il capitano ha seguito i compagni dalla televisione, pronto a rimettersi a disposizione dell’allenatore alla ripresa (o qualche giorno dopo) delle sedute di lavoro, domani pomeriggio. In pratica il capitano potrà muoversi sia da trequartista, sia più avanti, con Lamela jolly da sfruttare nella doppia soluzione. «Magari ricorderemo questa vittoria come la svolta stagionale definitiva», l’auspicio di Osvaldo, che si trascina dietro quello di tutta la squadra, stretta intorno a Luis Enrique, nonostante le tante difficoltà. Domani, alla ripresa degli allenamenti, senza i vari nazionali, il tecnico si concentrerà soprattutto sui movimenti difensivi, quelli che ama di meno rispetto alla fase propositiva, ma che vanno sistemati con i giocatori ormai consapevoli di un dato: non esistono titolari fissi, esiste un’intelaiatura nella quale incastrarsi a seconda delle scelte fatte dall’allenatore. Chi non si adegua, è fuori
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