(Il Romanista-C.Zucchelli) Non si può negare l’evidenza: e l’evidenza dice che la Roma, dopo l’eliminazione in Europa League, stecca anche in campionato, dove viene sconfitta per 2-1 dal Cagliari. In casa.
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I Conti si faranno alla fine
(Il Romanista-C.Zucchelli) Non si può negare l’evidenza: e l’evidenza dice che la Roma, dopo l’eliminazione in Europa League, stecca anche in campionato, dove viene sconfitta per 2-1 dal Cagliari. In casa.
All’Olimpico, davanti a quasi 50mila spettatori che, dopo aver riempito lo stadio contro lo Slovan, replicano anche contro la squadra di Ficcadenti. Sono loro che provano a trascinare i giocatori, loro che li applaudono prima, durante e soprattutto dopo la partita. Proprio perché l’evidenza non si può negare. E quindi la sconfitta dell’Olimpico lascia sì l’amaro in bocca, ma lascia anche la consapevolezza che la squadra sta con l’allenatore e che i miglioramenti ci sono. Sono, appunto, evidenti. La Roma tiene palla, crea occasioni, ci prova e ci crede fino all’ultimo: manca la lucidità sotto porta e la speranza è che arrivi già sabato sera a San Siro contro l’Inter. Sarà difficile, ma la sensazione è che la strada sia quella giusta.
Una strada dove la Roma incontra ormai inesorabilmente Daniele Conti, al quinto gol contro la Roma. È lui ad aprire la strada alla vittoria dei Cagliari dopo che, traversa di Biondini a parte, si era segnalato soltanto per le perdite di tempo di Agazzi e compagni. La Roma spinge fin dall’inizio, nonostante alcune sorprese iniziali: Luis Enrique non convoca Juan, Kjaer e Pizarro mentre Gago e Cassetti partono dalla panchina. Ficcadenti dal canto suo sposta Cossu esterno di sinistra al fianco di Nenè e Thiago Ribeiro. Che la Roma sia una squadra in fase di evoluzione lo si percepisce sin dai primi minuti. Nonostante un caldo soffocante i giallorossi cercano di imprimere ritmo e gioco, soprattutto a sinistra dove José Angel, lanciato da Totti un paio di volte, riesce bene a mettere in mezzo per Bojan che non c’arriva. La Roma gioca, il pubblico applaude soprattutto quando Pjanic si libera con un numero di Biondini. Josè Angel continua ad imperversare a sinistra e prova anche il tiro, ma Agazzi è bravo a ribattere. La partita è quasi a senso unico: al 23’ Osvaldo di testa colpisce debole dopo un assist al bacio di Totti. Poi ci prova anche Pjanic da trenta metri, ma il suo tentativo è da dimenticare. La Roma tiene palla ma conclude poco in porta, il Cagliari si fa meno timido e prova a buttarsi in avanti con la difesa della Roma che però non corre mai pericoli. Li corre eccome Agazzi, bravo a respingere un altro tiro di Pjanic che incrocia di destro dal limite dell’area cercando l’angolo più lontano. Allo scadere del primo tempo la Roma si addormenta su un calcio d’angolo, Biondini è libero di tirare dal limite dell’area e mirare l’incrocio: con Stekelenburg battuto il suo tiro si stampa sulla traversa.
Il primo tempo termina così, il secondo si apre con gli stessi undici, la Roma attacca sotto la Curva Sud e dopo tre minuti Rosi serve Osvaldo rasoterra, il quale per un soffio non riesce a battere a rete. Brividi al quarto d’ora quando De Rossi perde palla a centrocampo e Cossu, non contrastato dai centrali, tira indisturbato costringendo Stekelenburg a rifugiarsi in angolo. Luis Enrique capisce che è arrivato il momento di cambiare qualcosa in attacco: fuori Bojan e dentro Borriello salutato da un’ovazione. È proprio dal suo sinistro che parte l’occasione più nitida: assist – e come ti sbagli – di Totti, Borriello ci arriva di sinistro, Agazzi respinge sulla linea. In due minuti succede di tutto: al 23’ ci pensa Daniele Conti – e anche qui, come ti sbagli – a mandare di traverso la domenica ai romanisti. Poi, 60 secondi dopo, viene espulso José Angel per un fallo da dietro su Biondini al limite dell’area avversaria. L’Olimpico lo applaude, Bojan si alza dalla panchina per abbracciare il compagno, il quarto uomo non gradisce, i tifosi continuano ad applaudire. La Roma continua a spingere, Totti su punizione impegna di nuovo Agazzi, ma la porta dei sardi continua ad essere stregata. Luis Enrique si alza dalla panchina e cambia ancora mettendo Borini al posto di Osvaldo e proprio il neo entrato, in scivolata, riesce a segnare. L’Olimpico esplode, ma Gava annulla per fuorigioco. La Roma continua ad attaccare ma non conclude nulla. Anzi, subisce il 2-0 sul finire ad opera dell’esordiente El Kabir, poi va in gol allo scadere con De Rossi ma non c’è nemmeno il tempo per mettere la palla al centro.
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