(Il Messaggero - U.Trani) - Non c’è solo la telenovela Totti. Prosegue, interminabile, anche quella del closing per il passaggio della società al consorzio statunitense. Ancora in bilico e con una questione, guarda caso di carattere economico, ancora da definire.
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I conti non tornano: mancano 17 milioni
(Il Messaggero – U.Trani) – Non c’è solo la telenovela Totti. Prosegue, interminabile, anche quella del closing per il passaggio della società al consorzio statunitense. Ancora in bilico e con una questione, guarda caso di...
Con 17 milioni in più da coprire e sui quali non c’è accordo tra il gruppo Usa e UniCredit. Thomas Richard DiBenedetto sarà a Roma lunedì per trovare, in prima persona, la soluzione. Sarà accompagnato da due uomini di fiducia del suo principale socio, James Pallotta: il top manager Mark Pannet del Raptor Fund e Sean Barrow, anche lui esperto di finanza e marketing. Si muove, dunque, il futuro presidente. Perché non c’è più tempo da perdere. La Roma ha bisogno di certezze, la stagione sta per cominciare. DiBenedetto anticipa il ritorno a Roma, dopo i pericolosi contrasti avuti dal suo consorzio, a inizio settimana, con la Banca che mercoledì ha inviato in America i documenti da controfirmare per la chiusura della negoziazione e a quanto pare ancora non ha ricevuto indietro le carte. Strappo simile a quello di Londra, 11 e 12 luglio, in cui si rischiò il fallimento dell’affare: furono ridiscussi i tassi di interesse sul prestito di 40 milioni (30 più 10) concesso dalla Banca ai bostoniani, con DiBenedetto indispettito dalla novità. Come l’ultima di questi giorni, in cui il nodo sono i 17 milioni di perdite in più. Perché la previsione di bilancio, emersa dalla due diligence, era di 36 milioni e invece è diventata di 53 milioni. Unicredit ha proposto di dividere la cifra secondo le percentuali della Neep, la newco che, come è noto, è il veicolo finanziario utilizzato da statunitensi e Banca per acquiustare la Roma: quindi 60 per cento della cifra versato dal gruppo DiBenedetto e 40 per cento l’istituto di credito. I bostoniani hanno detto no: i 17 milioni deve coprirli chi vende. E’ su questa cifra che da lunedì si tratterà per arrivare all’accordo. Le posizioni sembrano un po’ più morbide in queste ore tant’è vero che Unicredit si augura già in giornata di comunicare la data del closing che sarà prima del 31 luglio ed entro venerdì prossimo. Senza alcuna dichiarazione ufficiale DiBenedetto fa sapere che non si tirerà inidetro, avendo tra l’altro già versato una caparra di 10 milioni. Lo stesso avvocato Cappelli, presidente della Roma e uomo Unicredit, non teme la ritirata statunitense: «Non ho motivo di pensare che ci siano ripensamenti. Noi abbiamo fatto tutto quello che serviva per il closing: a breve annunceremo la data. Non credo che ci siano problemi, la palla è ai nostri amici americani, bisogna chiedere a loro». Lunedì a Roma, quando si presenteranno.
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