rassegna stampa roma

Hernandez: Il ballerino del gol che va dove lo porta il cuore

(Il Romanista – B. De Vecchi) Se alla fine Walter Sabatini dovesse riuscire a portarlo a Roma, è probabile che nel giro di pochi mesi il Pimpolho diventerebbe un nuovo tormentone. Sì, avete capito bene, il Pimpolho. Ovvero il ballo che...

Redazione

(Il Romanista - B. De Vecchi) Se alla fine Walter Sabatini dovesse riuscire a portarlo a Roma, è probabile che nel giro di pochi mesi il Pimpolho diventerebbe un nuovo tormentone. Sì, avete capito bene, il Pimpolho. Ovvero il ballo che Abel Hernandez accenna dopo aver realizzato una rete.

In molti lo ricorderanno dopo quella al Milan a San Siro con l’ormai ex palermitano Pastore che avrebbe voluto abbracciarlo e che invece rimase lì a guardarlo tra il sorpreso e il divertito. Eppure vedere La Joya (questo il soprannome dell’uruguagio, proprio come Palacio, anche se il direttore sportivo giallorosso che stravede per lui lo chiama “la Bestia”) all’Olimpico non sarà facile. Perché ci sarà da convincere il presidente rosanero Zamparini,che a inizio estate aveva valutato il suo talento 20 milioni di euro aggiungendo che non lo avrebbe comunque lasciato andare via. Nel frattempo c’è stata la cessione di Pastore e lo stesso Zamparini ha escluso ulteriori partenze («mica siamo un supermercato»). Ma,si sa, Zamparini è uno che può cambiare idea, soprattutto se dovesse riuscire a mettere le mani su Amauri. A quel punto si riaprirebbe qualcosa più di un semplice spiraglio per vedere Abel in giallorosso. E sarebbe un acquisto perfetto per l’attacco che Luis Enrique ha in mente. Hernandez, infatti, con la sua velocità unita a una grande tecnica, è il giocatore ideale per ruotare attorno ad un centravanti. Caratteristiche che avevano conquistato Walter Sabatini già nel febbraio del 2009 quando acquistò il 50 per cento del cartellino del ragazzo, che all’epoca aveva solo 18 anni, strappandolo al Penarol di Montevideo. Hernandez in Sicilia ricomincia dalla Primavera e lascia subito il segno, realizzando gol decisivi e dispensando assist come se piovesse, fino a condurre la squadra rosanero allo scudetto 2009 con una rete in finale, ai danni del Siena. Il nostro calcio di fatto lo scopre in quel momento e tutti cominciano ad ammirare le movenze di questo ragazzo alto 185 centimetri per 73 chili, che con la sua corsa un po’ ingobbita e le lunghe leve sembra davvero immarcabile.

GLI INIZI Colpi che gli hanno permesso di arrivare presto su grandi palcoscenici pur partendo dalla cittadina di Pando (fa sorridere il fatto che sia gemellata con una piccola località del trevigiano chiamata Loria), frazione del dipartimento di Canelones, regione meridionale dell’Uruguay. La sua prima maglia, da ragazzino, è quella dell’Atlantico, ma molto presto lo nota il Penarol, club più prestigioso del paese e tra i più blasonati in Sudamerica. Con i gialloneri, però, Abel rimane solo fino a 11 anni, perché non trova spazio, l’allenatore proprio non lo vede. E allora ecco che si fa sotto il Central Espanol, discreta società di Prima Divisione Professionale, una delle quindici squadre di Montevideo che militano nella massima serie uruguagia. Dal 2006 al 2008 passa dalle giovanili alla prima squadra, mette a segno 9 reti in 30 apparizioni, cosicché il procuratore lo presenta per la prima volta in Italia, al Genoa di Enrico Preziosi. Mancano solo le firme, ma Hernàndez non supera le visite mediche: «Problemi cardiaci». Il Penarol, dunque, sfrutta l’occasione per riprenderselo nel luglio del 2008, tranne poi doverlo mettere a riposo ad ottobre, per oltre un mese, a causa proprio di un’aritmia ventricolare. Il problema viene liquidato come di poco conto, ma nonostante ciò Hernandez disputa poche partite (solamente 8), mette a segno pochi gol (3, comunque una buona media...)e così, un destino che lo vuole lontano dai Carboneros, premiati dalla Fifa come miglior club sudamericano del XX secolo, lo conduce nuovamente nel Bel Paese. Stavolta il suo aereo atterra molto più a sud della Liguria, inuna Palermo che accoglie a braccia aperte i nuovi talenti d’oltreoceano grazie al fiuto per gli affari di Sabatini. Come detto, con i rosanero si fa le ossa dapprima nella Primavera, poi trova spazio poco a poco in prima squadra, divenendo col tempo un pupillo di Delio Rossi.

AGGRESSIONE Peccato che, nonostante l’addio di Edinson Cavani (con il quale ha da poco vinto la Coppa America in Argentina) durante la scorsa estate, il ventenne uruguagio non sia riuscito a imporsi definitivamente, causa anche uninfortunio muscolare che, a più riprese, lo ha tenuto fuori tre mesi durante la passata stagione. Il 17 dicembre scorso,poi, un bruttissimo episodio lo ha traumatizzato, quasi spingendolo a mollare la Sicilia su due piedi: uscendo dal centro sportivo del Palermo con la sua auto, dopo un allenamento, è stato avvicinato da un balordo in moto che con una scusa lo ha convinto a fermarsi. Con una pistola puntata alla bocca, poi, il delinquente lo ha derubato di soldi e gioielli. Una spiacevolissima avventura, simile a quella accaduta proprio a Cavani un anno prima, quando in compagnia di Bertolo – sempre a due passi dal campo rosanero – vide distrutta la sua macchina a colpi di spranga. Per quello shock subito, il connazionale di Abel chiese di essere ceduto, finendo al Napoli per 17 milioni. Abel invece ha deciso di restare convinto dalla dirigenza e dal suo procuratore. Ora però, convincendo lui Zamparini, potrebbe essere arrivato il momento di tentare il grande salto verso la Capitale. Con o senza Pimpalho.