(Il Romanista - C.Zucchelli) - Per capire chi sia Gabi Heinze, e quanta importanza rivesta nello spogliatoio della Roma, basta tornare a sabato scorso. Novara-Roma: quando segna Bojan la prima persona che abbraccia è l’argentino
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Heinze, il caso che non c’è
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Per capire chi sia Gabi Heinze, e quanta importanza rivesta nello spogliatoio della Roma, basta tornare a sabato scorso. Novara-Roma: quando segna Bojan la prima persona che abbraccia è l’argentino
. Passano cinque minuti. Stavolta a fare gol è Osvaldo. Anche lui abbraccia Heinze. Il quale, nonostante la pioggia, era stato in piedi per tutta la partita a incitare i compagni da bordocampo. Non giocava, una settimana fa. «Scelta tecnica», dicevano da Trigoria. E lo dicono tutt’ora. Anche adesso che è venuto alla luce quello che è successo dopo Roma-Milan. Ieri mattina, quando ha visto i giornali, Heinze (che viene da una settimana difficile in cui è stato derubato in casa mentre dormiva con moglie e figli) c’è rimasto male. Non si aspettava che uscisse fuori una storia vecchia di dieci giorni e, soprattutto, non si aspettava che quello che tutti definiscono «un confronto normale» con l’allenatore venisse definito come caso.
I fatti sono piuttosto chiari: subito dopo RomaMilan il giocatore ha espresso qualche perplessità sull’atteggiamento della squadra. Deluso per la sconfitta, probabilmente non ancora abituato al modo di intendere il calcio di Luis Enrique, ne ha parlato nello spogliatoio. Luis Enrique lo ha saputo, ne ha parlato con lui, da uomini si sono confrontati e chiariti. Punto. Fine. Nessuna esclusione punitiva a Novara. Scelta tecnica, anche se magari può sembrare strano che, con Kjaer e Juan out, il tecnico abbia scelto Cassetti, che non è un centrale di ruolo, al posto dell’argentino. Per capire la motivazione però basterebbe rifarsi alle parole che Luis Enrique ha detto non più tardi di un mese fa: «Per me Marco è un centrale». Lo ha detto a Trigoria, davanti a microfoni e telecamere. Anche in questo caso punto. Fine. Se Heinze c’è rimasto male per quello che è uscito sui giornali, Luis Enrique è andato avanti per la sua strada, dirigendo come sempre l’allenamento e confermando i due giorni e mezzo di riposo concessi alla squadra. Chi l’ha visto lo ha descritto come «sereno e tranquillo» totalmente indifferente a quello che viene detto fuori a Trigoria.
Le cose che, invece, vengono da dentro rappresentano una priorità e per questo ha chiesto, più volte, ai giocatori - anche pubblicamente - di andare direttamente da lui per qualsiasi tipo di problema. Anche i dirigenti hanno invitato la squadra a fare lo stesso. Adesso e in futuro. Per evitare che altri casi, veri o presunti, possano turbare l’ambiente alla vigilia di un ciclo di ferro che comprende, dopo la partita col Lecce, le sfide con Udinese, Fiorentina, Juventus e Napol
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