(Il Romanista - V.Valeri) - Stasera Rome e Milan si affrontano con motivazioni diverse, ma egualmente forti: i giallorossi hanno vitale bisogno di tre punti, per sedersi tranquilli a guardare Udinese-Lazio e sperare nel definitivo sorpasso agli avvelenati cugini nella corsa all’Europa che conta, quella che vale 20 milioni di euro e chissà, magari anche Ancelotti in panchina.
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Guastafeste? Già all’Inter rovinammo la festa scudetto
(Il Romanista – V.Valeri) – Stasera Rome e Milan si affrontano con motivazioni diverse, ma egualmente forti: i giallorossi hanno vitale bisogno di tre punti, per sedersi tranquilli a guardare Udinese-Lazio e sperare nel definitivo...
I rossoneri, che lo scudetto ce l’hanno cucito sul petto per metà, vogliono finire l’opera prendendosi un punto; la doppietta di Pazzini a Cesena ha parzialmente guastato la festa ad Allegri che sperava di andare in vacanza già contro il Bologna. Alle 20.45, in un Olimpico tutto esaurito, con oltre diecimila milanisti in febbrile attesa dopo 7 anni di magra, Totti e compagni vogliono rimandare ancora il party tricolore. Ci riuscirono, ma a San Siro, il 18 aprile 2007, ai danni degli eterni rivali dell’Inter. Si disputava il recupero della ventiduesima giornata, i nerazzurri di Roberto Mancini avevano ben 15 punti di vantaggio sulla squadra allenata da Luciano Spalletti, e con una vittoria avrebbero conquistato il titolo con sei giornate d’anticipo ponendo fine a una stagione macchiata dalla morte di Filippo Raciti a Catania. Uno stadio stracolmo era pronto alle celebrazioni, la tribuna vip esplodeva di personaggi da copertina (anche Aldo, Giovanni e Giacomo), Moratti & family sorridenti a fregarsi le mani dopo 18 anni di delusioni e amarezza. E quanta ne provarono al triplice fischio di Trefoloni, con il trio comico mai così tragico negli sguardi: la Roma stese i futuri campioni d’Italia con le reti di Perrotta al 43’ (assist di Chivu), Totti (su punizione deviata) all’ 89’ e addirittura Cassetti al 93’ dopo un veloce contropiede. Nel mezzo, l’inutile e immeritato pari siglato su rigore da Materazzi al 52’, per un fallo inesistente su – guarda un po’ – Adriano. In quella Roma giocavano dal primo minuto Doni, Perrotta, Pizarro, Totti e De Rossi con Vucinic e Cassetti subentrati. Un dato che indica quanto poco ricambio ci sia stato in quattro anni dalle parti di Trigoria, ma che speriamo sia rimasto vivo nei ricordi dei protagonisti, così da rifilare lo stesso scherzetto anche agli altri milanesi. Perché venti milioni di euro sono tanti, la Champions è uno scenario di prestigio, le aspettative dei tifosi valgono più di ogni amicizia e la faccia dei laziali che dice “Oh no” è uno spettacolo che vale una stagione. Perché gli abbiamo già regalato Mexes, a impacchettare per Berlusconi il punto dello scudetto ci pensi qualcun altr
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