(Il Romanista-D. Giannini) Ha solo 25 anni, eppure non si può dire che Fredy Guarin non abbia già fatto la gavetta per arrivare ai vertici del calcio europeo.
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Guarin, Il Grande Fredy…da puerto Boyacà alla gloria del Porto
(Il Romanista-D. Giannini) Ha solo 25 anni, eppure non si può dire che Fredy Guarin non abbia già fatto la gavetta per arrivare ai vertici del calcio europeo.
E non c’è dubbio che ci sia arrivato, perché vincere l’Europa League con il Porto non è proprio cosa da tutti. Soprattutto se il tragitto verso la gloria è cominciato dalla piccola cittadina fluviale di Puerto Boyacá che conta circa 50 mila abitanti. Fredy ci è riuscito, cominciando a dare i primi calci al pallone nelle giovanili dell’Envigado Futbol Club, una società con sede non molto distante da Medellin.
GLI INIZI
Entra a farne parte quando ha 16 anni, e due anni dopo, appena maggiorenne, viene lanciato in prima squadra. Gli basta un anno per mettersi in mostra e per attirare le attenzioni di molti club sudamericani. Tra questi anche il Boca Juniors, che riesce a strapparlo alla concorrenza convincendo l’Envigado a lasciarlo andare via in prestito per portarlo a Buenos Aires. E lì Fredy deve ricominciare da capo, dalle giovanili, nelle quali torna a giocare nei primi sei mesi argentini con due sole apparizioni in prima squadra. Alla scadenza del prestito, il Boca vorrebbe proporgli un contratto, ma lui rifiuta. Perché si sente già pronto al grande salto verso l’Europa, con destinazione Francia e il Saint Etienne. Che magari non è più la grande squadra degli anni 70 e di Michel Platini, ma è comunque un buon punto di partenza per un ragazzo che ha voglia di imparare e crescere calcisticamente.
LA FRANCIA
Nell’estate del 2006, Fredy debutta in Ligue 1. Una stagione di transizione, di ambientamento, nella quale riesce comunque a collezionare 18 presenze ed 1 rete in campionato. L’anno successivo dovrebbe essere quello dell’esplosione, ma le cose non vanno molto meglio del campionato precedente. E allora Guarin decide che è tempo di cambiare nuovamente aria e pure nazione. In parecchi lo cercano, lui sceglie il Portogallo e il Porto con il quale nell’estate del 2008 firma un contratto quadriennale. E con i "Draghi" per Fredy è l’ennesima ripartenza. Deve ancora una volta conquistare la fiducia di società, tecnico e tifosi. Lui non ha problemi a farlo e si mette al lavoro.
IL PORTOGALLO
I primi tempi non sono facili, e finisce tra le riserve, ma non si rassegna e alla fine riesce comunque a collezionare 15 presenze anche se tutte partendo dalla panchina. Apparizioni che contribuiscono comunque alla conquista del campionato. La stagione successiva per il Porto non è delle migliorie il terzo posto nella Super Liga chiude le porte alla partecipazione alla Champions League. Uno smacco per una delle grandi di Portogallo. Eppure è da lì che ha il via la rinascita. Perché in panchina arriva Andrè Villas Boas che porta la rivoluzione. Il resto della storia la sanno un po’ tutti, il Porto conquista il campionato e l’Europa League, mentre Guarin diventa uno dei punti fermi del centrocampo dell’erede di Mourinho.
OGGETTO DEL DESIDERIO
All’apertura del mercato molti grandi club, Roma compresa, si avventano sulla squadra rivelazione della stagione,con molti nomi nella lista della spesa. Tra i più ambiti ci sono i due di centrocampo, Fernando e proprio Guarin. A Sabatini piacciono tutti edue, ma per entrambi ci sono degli ostacoli. Per il primo il problema è il costo (tra i 12 e i 14 milioni), per il colombiano è il passaporto. Quello di Fredy, il cui contratto scadrà nel 2014con una clausola rescissoria di 30 milioni(ma per portarlo via ne bastano meno di 10), non è comunitario. E la Roma ha sempre bisogno di liberare un posto cedendo Barusso o Simplicio all’estero per poter tesserare un extracomunitario. Un problema che rischia di allontanarlo dalla Capitale. E sarebbe un peccato, perché Fredy ha le caratteristiche giuste per il centrocampo a tre di Luis Enrique. Fisico possente, 184 centimetri per 86 chili,è un giocatore dinamico, molto duttile,capace di ricoprire indifferentemente il ruolo di interno destro, di interno sinistro oppure di diga davanti alla difesa. Non solo. Pur non essendo uno dal gol facile, il suo contributo in fatto di reti lo dà sempre, soprattutto con le conclusioni dalla distanza che non ha paura a tentare grazie al suo destro notevole. Capitolo nazionale. La maglia della Colombia l’ha vestita già 45 volte, 16delle quali con l’under 20, e 29 con quella maggiore nella quale ha debuttato il 24 maggio 2006 in amichevole contro la Germania e nella quale ha trovato il gol una sola volta. Dopo 3 anni trascorsi in Portogallo per lui potrebbe essere il momento di rimettersi in gioco un’altra volta. Magari in Italia da dove il suo agente ha confermato che ci sono state delle richieste. Anzi, una richiesta. «Come deciso prima della Coppa America, mi incontrerò con i dirigenti del Porto per parlare del rinnovo contrattuale – ha spiegato qualche giorno fa a calciomercatoweb.it il procuratore del giocatore, Marcelo Ferreira -. Tuttavia, ho nelle mani una proposta di un club italiano che presenterò alla società affinché possano decidere il da farsi in base ai loro interessi. Il nome? Non posso farlo, ma non è l’Inter». Il cerchio si stringe...
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