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Graziani: “Le prestazioni di oggi non dipendono dal lavoro di luglio”

(Il Romanista) «Non credo che sia un problema fisico. Lo è semmai di attenzione» sostiene Ciccio Graziani, a proposito della sindrome di cui è preda la squadra giallorossa. «L’anno scorso – dice – la difesa della Roma è stata tra...

Redazione

(Il Romanista) «Non credo che sia un problema fisico. Lo è semmai di attenzione» sostiene Ciccio Graziani, a proposito della sindrome di cui è preda la squadra giallorossa. «L’anno scorso – dice – la difesa della Roma è stata tra le migliori in assoluto. Eppure, i giocatori erano gli stessi. Semplicemente, ci sono annate positive e altre meno».

Si è parlato di preparazione carente. Quella che ha fatto Ranieri l’estate scorsa non è diversa da quella fatta da Spalletti l’anno prima. Parliamo di staff professionistici ai massimi livelli, che è impensabile possano sbagliare. Ma soprattutto, nessuno pensi che una buona preparazione possa permettere di star bene tutto l’anno. Io ho il patentino di 1a categoria e mai mi sognerei di sostenere che quei 20 giorni di lavoro possano incidere su tutta una stagione.E’ un problema di testa?Se guardiamo i gol subìti a Genova, ce ne sono un paio che non l’avrebbe presi neanche una squadra dell’Interregionale. Con Burdisso che marca Paloschi… cinque metri avanti e Riise fermo quattro metri dietro!Allora, lo è di posizionamento?Già prima di Montella, Ranieri aveva lavorato molto sulla fase difensiva, visto che è dall’inizio dell’anno che dà problemi. Senza trovare, evidentemente, quella stessa quadratura che il reparto aveva un anno fa.Contro il Parma si sono presi due gol in 5 minuti. Paura?Certamente sì. Perché perdi sicurezza, padronanza. Penso che la difesa della Roma avrebbe bisogno di un leader, come lo era Baresi nel Milan. Uno che detti i tempi e il cui movimento determini quello degli altri.Domenica si è detto che l’uscita di Pizarro ha inciso molto sugli equilibri. Non penso che, per quanto bravissimo, possa essere stato l’ago della bilancia. Tanto più che, rientrando dopo una lunga assenza, non è neanche al meglio. C’è che quando vai in ansia, perdi le distanze. E magari gli altri riescono ad approfittarne.

 

Da attaccante che si sacrificava a sostegno della squadra, quanto ritieni che sia mancato tutto ciò domenica, con gli ingressi di Menez e Borriello al posto di Vucinic e Totti?Io ho avuto la fortuna, una volta, di allenare per qualche partita la Fiorentina. A Roberto Baggio dicevo “se rientri nella nostra metà campo, ti multo”. Perché ci sono giocatori che devono fare soprattutto la fase offensiva e in minima parte quella difensiva. Per quella ci sono già quattro difensori e tre-quattro centrocampisti. A Menez e a Vucinic non chiederei mai di sobbarcarsi il carico di rientrare, e fare, nello stesso tempo, al meglio, la fase d’attacco. Menez ha fatto passi da gigante nell’ultimo anno. L’unico suo limite, forse, è che quando si sente di nuovo messo in discussione, diventa assente e svogliato. Anche Vucinic è così. Ma entrambi sono il presente e il futuro della Roma. Diamogli fiducia