(Guerin Sportivo – M.Marani) Cosa succede alla Roma? Francamente non lo so. E pensare che l’avvento di DiBenedetto e degli americani al posto di Rosella Sensi (nel frattempo riciclata in politica: in questo Paese non si butta via nulla, nemmeno la spazzatura di Napoli) aveva acceso i sogni a stelle e strisce dei tifosi giallorossi.
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Gli Americani de Roma
(Guerin Sportivo – M.Marani) Cosa succede alla Roma? Francamente non lo so. E pensare che l’avvento di DiBenedetto e degli americani al posto di Rosella Sensi (nel frattempo riciclata in politica: in questo Paese non si butta via nulla,...
Come dimenticare le speranzose bandiere Usa sventolate all’Olimpico e quel senso di liberazione portato dall’esercito americano, manco fossimo nel 1944. Invece, passate due settimane dall’inizio del ritiro, qualcosa stride nell’american way of life. Intanto le prime parole di Walter Sabatini, che avevano procurato il mal di pancia a Borriello («È un problema»). In quella circostanza, il nuovo Direttore sportivo aveva esaltato la centralità di Totti, confermandone lo status superiore nel gruppo. Due giorni fa, conversando amabilmente con Emanuela Audisio di Repubblica, Franco Baldini ha smontato il teorema, parlando di pigrizia del capitano e di un entourage dal quale guardarsi.
Conoscendo Baldini, sono convinto che l’abbia detto per il bene di Francesco, forse nel suo disegno di gestirlo alla Raul, ma a Roma certi giudizi pesano e Totti è una categoria inviolabile. I giornali di ieri mattina – alcuni tetragoni nell’esame delle parole – lo confermano. A questa serie di problemi, che non sono né pochi né piccoli, si somma in queste ore la questione De Rossi, tentato dai 9 milioni di euro all’anno del City di Mancini. Lui vorrebbe la stessa cifra percepita da Totti (5 milioni annui), la Roma ne offre poco più della metà (3,5 a salire). Se dovesse partire capitan futuro, non sarebbe il miglior viatico.
Sin qui impalpabili gli arrivi, tralasciando l’allenatore Luis Enrique sul quale è corretto sospendere ogni opinione (allenare il Barcellona B non fa curriculum). Lamela è un grande talento, ma forse pagato un po’ troppo. Venti milioni di euro per chi ha una ventina di presenze in tutto nel River è una scommessa rischiosa. A confronto, Menez – costato la metà – era una certezza. Idem sul portiere, ruolo in cui si è passati da Buffon a Viviano, da Viviano a Stekelenburg, da Stekelenburg a Kameni. Difficile capire. Probabilmente, volendo guardare la bottiglia mezza piena, siamo nel mezzo del passaggio da un’epoca a un’altra, nella fase delle gerarchie da ridisegnare e delle certezze da ripiantare.
Tifo per la proposta, perché una Roma più giovane e vincente sarebbe il massimo. Ma ho qualche perplessita, accresciuta dal paragone con la migliorata Lazio di Cissé.
Ma questi americani chi sono? E DiBenedetto chi è, cosa fa? Mi pare che il vertice sia ancora tutto nelle mani di Unicredit. Questa storia mi ricorda Alberto Sordi e uno dei film più belli di ogni tempo.
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