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Giù le mani

(Il Romanista – C. Fotia) Il Romanista dà fastidio a qualcuno. Non si spiegherebbe altrimenti l’articolo dal chiaro intento offensivo apparso nell’edizione di ieri de Il Giornale del cui contenuto dovranno renderci conto in sede...

Redazione

(Il Romanista - C. Fotia)Il Romanista dà fastidio a qualcuno. Non si spiegherebbe altrimenti l’articolo dal chiaro intento offensivo apparso nell’edizione di ieri de Il Giornaledel cui contenuto dovranno renderci conto in sede giudiziaria.

La tesi bislacca dell’autore è che è assurdo che Il Romanista, in quanto quotidiano dedicato a una squadra di calcio e, a suo dire, organo "ultras", riceva i contributi pubblici. Risponderò senza replicare alla quantità di insulti che ci vengono rovesciati addosso, riportando senza alcuna presa di distanza, le assurdità e le menzogne messe in rete da tifosi juventini e laziali.

Di ciò si occuperà la giustizia nella quale noi riponiamo totale fiducia. Voglio qui spiegare all’incauto cronista che la legge per il sostegno all’editoria non prevede alcuna discriminazione in base alla tipologia del giornale: e ci mancherebbe altro!

Per quale ragione un quotidiano politico o di cronaca avrebbe maggior diritto a riceveri i contributi e un quotidiano sportivo no? La legge infatti non si sogna affatto di introdurre simili assurdi criteri.

I requisiti richiesti sono tutt’altri: essere una cooperativa di giornalisti, essere in regola con i contributi previdenziali, mantenere un rapporto stabilito per legge tra le copie tirate e le copie vendute. Mentre gli altri criteri sono di facile comprensione, quest’ultimo ha lo scopo sacrosanto di impedire che vengano finanziati quotidiani che stampano solo per ricevere il contributo, senza andare realmente nelle edicole. Chiunque viva a Roma e nella regione che la circonda sa che Il Romanista si trova tutti i giorni nelle edicole.

E sono migliaia i lettori che tutti i giorni lo acquistano. La tecnica messa in atto contro di noi è quella della macchina del fango: si prendono frasi ingiuriose e prive di qualsiasi fondamento, le si mischiano con considerazioni generiche e si confeziona un atto d’accusa che sa chiaramente di intimidazione: smettetela di rompere, voi romani e romanisti, cosa vi siete messi in testa? Volete continuare a opporvi ai grandi poteri del nord e ai loro vassalli annidati anche nella nostra città? Volete sovvertire le regole non scritte del sistema? Volete continuare a pretendere che non si metta una pietra sopra Calciopoli? Dove credete di andare, voi piccolo giornale che avete la sfrontatezza di sfidare le grandi testate giornalistiche. Il proditorio attacco del Giornale ha suscitato un’onda di solidarietà che ci riempie il cuore di orgoglio. Infatti, il contributo che legittimamente riceviamo non basterebbe se non ci fosse e se non ci sarà in futuro e in misura sempre maggiore il sostegno dei lettori.

Noi ce la metteremo tutta: una redazione straordinaria che fa sacrifici economici enormi per consentirci di andare avanti, una cooperativa i cui soci hanno investito risorse economiche. Capisco che per coloro che hanno orchestrato questa aggressione sia impossile anche solo immaginare che si possa fare qualcosa per una passione, una cosa pulita, semplice, bella. Qualcosa che ci accomuna a tanti altri, gente onesta, un popolo vero che vive del proprio lavoro, che vive, soffre e ama. Di questo popolo, lo confessiamo, siamo ultras. Che sciocco che sei caro signor nessuno che hai scritto tutte queste infamie contro di noi. Credevi di scagliarci conto un insulto sanguinoso, ci hai fatto il miglior complimento