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Giro: «Lo stadio si può fare in 2 anni»

(Il Romanista – P.Bruni) – «Se ci si mette d’accordo su progetto e legge, la Roma può avere il suo impianto anche entro un anno o due». Torna alla ribalta la questione stadio ed è Francesco Giro, il sottosegretario ai Beni...

Redazione

(Il Romanista - P.Bruni) -«Se ci si mette d’accordo su progetto e legge, la Roma può avere il suo impianto anche entro un anno o due». Torna alla ribalta la questione stadio ed è Francesco Giro, il sottosegretario ai Beni Culturali, dai microfoni di radio IES, a riaccendere la speranza dei tifosi.

Un desiderio rinato circa due anni fa quando la proprietà uscente convocò in pompa magna la conferenza stampa di presentazione per il “Franco Sensi”. Un sogno che, però, rimase tale e fece imbufalire coloro che ci avevano fatto la bocca. «Mio malgrado sono stato protagonista della polemica– ha proseguito Giro – poiché di fronte al progetto dei Sensi, che non ha avuto un futuro, mi sono espresso in modo molto scettico. Sono stato accusato e vituperato. Ho impedito i pasticciacci che si volevano fare per non dare adito a chi già ci accusa di fare le cose fatte male nella Capitale. Non dobbiamo nasconderci dietro la burocrazia, perché la burocrazia siamo noi. Costruire uno stadio di nuova generazione richiede tempi rapidi. Basta vedere cosa si sta facendo per Londra 2012». Un esempio calzante e sotto gli occhi di tutti ma che trova grossi impedimenti a livello parlamentare. «Il mondo politico deve muoversi – ha aggiunto il sottosegretario – e far passare la legge. Facciamo un grande stadio perché l’Olimpico ora non è adatto al calcio. E ripeto, tutto potrebbe essere realizzato in un biennio». L’intoppo, purtroppo, sta a monte per colpa di alcune strette sul nodo “vincoli” che hanno reso il passaggio lunghissimo e rimbalzante fra Camera e Senato. «E’ una situazione frustrante – ha concluso l’onorevole Giro – che si sta trascinando da mesi. Il problema è che qui abbiamo uno stadio che non è di proprietà (l’Olimpico ,ndc), ed è quindi il momento di rompere gli indugi e di far ripartire la legge che ancora staziona alla Camera. La legge permetterebbe ai comuni di lavorare velocemente per la costruzione degli impianti, velocizzare le procedure. Il blocco dell’iter? C’erano delle pressioni che volevano levare i vincoli». Nel resto del mondo (civile) gli impianti sono di ultima generazione, confortevoli e vissuti sette giorni su sette. L’Allianz Arena di Monaco è l’esempio più lampante: nel 1997 il consiglio di amministrazione del Bayern Monaco decise di costruire un nuovo stadio: dopo poco arrivò il placet del Comune e, nel frattempo, fu creato un consorzio per la realizzazione del progetto. Dopo una serie di passaggi snelli e diretti, nel 2002 partirono i lavori che si conclusero tre anni dopo.