rassegna stampa roma

Giannini:«Roma, così vai in Champions»

(Il Messaggero – A.Angeloni) Fine del calcio mercato. Giuseppe Giannini, le piace la Roma appena nata? «Sì, tantissimo».

Redazione

(Il Messaggero – A.Angeloni) Fine del calcio mercato. Giuseppe Giannini, le piace la Roma appena nata? «Sì, tantissimo».

Addirittura? «Sono arrivati molti giocatori». E questo è garanzia di successo? «No. Però è stato fatto quello che era stato annunciato». Ovvero? «Un ringiovanimento netto. Sette, otto giocatori con una media età bassissima. A parte Heinze, arrivato a costo zero, gli altri tutti molto giovani. E non solo: sono tutti nel giro delle varie nazionali, da Pjanic a José Angel. A me piace il lavoro che è stato fatto e sono molto ottimista». Certo, la partenza non è stata felicissima. «L’eliminazione dall’Europa League brucia parecchio, si poteva evitare. Ma in campionato si possono fare grandi cose». Dove arriverà la Roma? «Secondo me terza. O comunque nelle prime tre posizioni». In Champions, dunque. «E perché no? Ma io chiedo una cosa: quante volte abbiamo visto la Roma al completo fino ad oggi?» Mai. «Ecco, appunto. Vedrà, quattro o cinque partite, il tempo di far inserire i nuovissimi, di rodare ancora di più quelli che sono arrivati a giugno e luglio, di recuperare gente come De Rossi, che fin ora non s’era mai vista, e il gioco funzionerà. E i risultati saranno una conseguenza logica». Le piacciono Gago e Pjanic? «Un buon giocatore il primo, ottimo il secondo, un bel colpo. L’argentino credo sia uno in più, magari non sarà un titolare. Nei tre in mezzo vedo ancora Daniele, il bosniaco arrivato dal Lione e uno tra Perrotta e Pizarro». Ce ne sono molti di troppo là in mezzo, no? «Penso di sì. E sicuramente questo può essere un piccolo problema. Però credo che a gennaio qualcuno andrà via sicuramente. Sabatini e gli altri, dopo l’eliminazione dall’Europa League e l’estate poco brillante, si sono concentrati più sugli acquisti. Alla fine è stato giusto così. Qualcuno giocherà poco e partirà nella prossima sessione di mercato. E il lavoro di svecchiamento verrà completato». C’è altro che la convince poco? «Se proprio devo cercare il pelo nell’uovo, direi che dietro a José Angel non c’è nessuno. Il suo sostituto, come la metti la metti, sarà un adattato. Ecco, un altro terzino lo avrei preso». E in attacco non sono stati presi troppi centravanti? Scelta precisa oppure solo confusione? «Non credo sia confusione, visto che sono mesi che si cercano attaccanti con quelle caratteristiche. È evidente che Luis Enrique abbia le idee chiare, lì davanti vuole due punte centrali e uno che parte da dietro. Ecco perché io farei giocare Totti dietro a Borriello e Osvaldo o Bojan e Totti. E poi c’è anche Lamela, altro ottimo elemento. Insomma, un 3-4-3, togliendo così un terzino e utilizzando un centrale in più, oppure un 3-3-1-3 molto offensivo con un trequartista e tre attaccanti». Ce lo vede Luis Enrique che cambia modulo. «Non credo. Penso sia abbastanza integralista e convinto delle sue idee. Anche giustamente direi». Che ne pensa della diatriba Luis Enrique-Totti. Davvero i giocatori sono tutti uguali? «Sì, devono rispettare le stesse regole, mangiare alla stessa ora, allenarsi quando viene stabilito. Fuori dal campo uguali, in campo no, non si può essere tutti uguali. Lì conta il talento. E quello che ha detto Perrotta ad esempio («quando è uscito Francesco ci siamo sgonfiati» lo dimostra».