(Il Romanista - C.Zucchelli) - «Se non sei un Campione, con la C maiuscola, non arrivi a certi traguardi. Perché oltre alla classe ci vuole applicazione e professionalità: mio padre, anche se non sta a me ricordarlo, ce l’aveva. Francesco Totti anche. Perché lui è un fenomeno».
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Gianfelice Facchetti: «Oggi 475 presenze in A, come papà. È un grande»
(Il Romanista – C.Zucchelli) – «Se non sei un Campione, con la C maiuscola, non arrivi a certi traguardi. Perché oltre alla classe ci vuole applicazione e professionalità: mio padre, anche se non sta a me ricordarlo, ce l’aveva....
Parola di Gianfelice Facchetti. Figlio di Giacinto, bandiera dell’Inter. E bandiera del calcio italiano con 475 presenze in Serie A (più una relativa allo spareggio del 64 contro il Bologna di Bernardini). Oggi anche Francesco Totti indosserà la maglia della Roma per la volta numero 475, arrivando al diciassettesimo posto della classifica di tutti i tempi in A. E senza alcuna intenzione di fermarsi:
«Credo che lui - racconta Gianfelice Facchetti - abbia davanti ancora tre o quattro anni di carriera, quindi arriverà a tanti altri traguardi e sarà ai primi posti di questa classifica. Bisogna soltanto fargli i complimenti: per quello che ha fatto in passato e per quello che fa ancora oggi. Non l’ho mai conosciuto personalmente, ma ho sempre seguito la sua carriera. Impossibile non farlo d’altronde, visto che sono 20 anni che gioca a livelli eccezionali». E oggi raggiunge suo padre come numero di presenze in campionato. I record sono fatti per essere battuti e Totti non si fermerà certo qui. Però va detto che quando ci sono in ballo numeri così importanti, e 475 presenze sono tante, fa sempre effetto. Non bisogna parlare solo di classe e talento, perché spesso da soli non bastano. Ci vuole applicazione, professionalità, bisogna fare una vita da atleta altrimenti non si è mai Campioni con la C maiuscola. Per rimanere ad alti livelli per così tanti anni non ci vogliono soltanto i piedi giusti, ci vuole anche la testa. Poi magari serve anche la fortuna, ma sono casi isolati. Soltanto i grandi giocatori arrivano in alto.
Ha seguito quello che si è detto e scritto di Totti nei giorni scorsi?
Ho letto i giornali, come tutti, e anche se è difficile dare un parere dall’esterno, stando poi lontano, credo che quando ci sia un rinnovamento così radicale come quello che sta attraversando la Roma possano nascere incompresioni di vario tipo. Sono però convinto che non tutti i giocatori siano uguali, quindi magari bisognerebbe utilizzare una sensibilità maggiore verso chi ha fatto la storia del calcio. Totti poi è la Roma e non può essere considerato come un calciatore qualsiasi. L’allenatore è libero di fare le sue scelte, ma credo che per Totti ci sarà ancora molto spazio nella Roma.
La settimana prossima ci sarà Inter-Roma a San Siro: sarà allo stadio?
Spero di sì, quando posso vado sempre anche perché sono curioso di vedere la squadra di Gasperini. Quella contro i giallorossi è poi una partita a cui sono molto affezionato. Dopo il derby e Inter-Juve, c’è la Roma tra le sfide che sento di più. Come mai? Per prima cosa perché mio padre ha esordito proprio contro la Roma (il 21 maggio 1961, ndr) e secondo perché l’ultima partita che ho visto insieme a lui è stata la Supercoppa del 2006. Inter-Roma 4-3, una delle tante sfide di questi ultimi anni. Una serata per me indimenticabile.
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