(Il Romanista – M.Izzi) - Eusebio Di Francesco, campione d’Italia 2001, è solo l’ultimo rappresentante di una colonia di ex romanisti che ha plasmato tutta la storia del Lecce. A cominciare da Pietro Piselli, alla guida dei pugliesi nel 1930/31, già allenatore dell’Alba e, per una manciata di giorni, in coppia con King, primo tecnico della storia della Roma prima dell’approdo di William Garbutt.
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Giallorossi si nasce e si diventa
(Il Romanista – M.Izzi) – Eusebio Di Francesco, campione d’Italia 2001, è solo l’ultimo rappresentante di una colonia di ex romanisti che ha plasmato tutta la storia del Lecce. A cominciare da Pietro Piselli, alla guida dei pugliesi...
Nel 1942/43, tocca a Giovanni Degni e nel 1947/48 a Raffaele Costantino, una delle bandiere immortali della Roma testaccina. Il meglio deve, però, ancora venire e nel 73/74, tocca nientemeno che a Giacomo Losi, “Core de Roma” e al cuore ci aggiunge anche fegato e ugola, Carletto Mazzone, che ancora oggi, con 116 panchine, detiene il record di longevità sulla panchina del Lecce.
Dopo la meteora Zibì Boniek, arriva anche il tempo “della mente”, Zdenek Zeman, che inventa nella stagione 2004/05 un Lecce futurista, dadaista, impressionista … fate voi, comunque una squadra alla Zeman, che segna 66 reti, facendo registrare il secondo miglior score della serie A, con una sola marcatura in meno della Juventus, ma anche con la peggiore difesa del torneo. Anche questo, per inciso è un record, perché mai prima di allora, una squadra con la peggiore difesa era riuscita a rimanere in serie A, come faranno gli uomini del boemo. Questo Lecce è quello del lunatico Vucinic (19 reti per lui), ma anche quello di un ragazzo, Marco Cassetti, che fa scintille e scrive anche la storia del suo club dell’epoca, risultando il primo giocatore della storia pugliese ad essere schierato nella Nazionale Italiana (il 30 marzo 2005 nell’amichevole Italia – Islanda). Se la panchina, lo abbiamo capito, è un vero e proprio groviglio d’ incroci sulla rotta Roma, Lecce, anche dal punto di vista degli undici a scendere in campo, le sorprese non mancano di certo. L’immagine che viene subito alla mente è quella di Luigi Garzya e Giuseppe Giannini, che nel 1992, a Trigoria, erano gli ospiti fissi delle gare delle formazioni giovanili che vedevano in campo il giovanissimo Francesco Totti.
Garzya era appena arrivato dal Lecce, Giuseppe Giannini ci sarebbe approdato nel 1998, dopo l’improbabile parentesi in Austria e la brevissima militanza nel Napoli di Carlo Mazzone. Anche Ubaldo Righetti, campione d’Italia 1983, cresciuto nella stessa nidiata di ragazzi romanisti di Giannini, disputerà un paio di stagioni in Puglia, sempre agli ordini dell’intramontabile Mazzone. Destini incrociati tra Roma e Lecce sono anche quelli di Max Tonetto, capitano del Lecce e in seguito preziosissimo ingranaggio della Roma di Spalletti, e lo stesso Francesco Moriero, cresciuto proprio nel Lecce, prima di approdare nella Roma e vivere, tra l’altro, l’incredibile quarto di finale di Coppa UEFA contro lo Slavia Praga il 19 marzo 1996, quando probabilmente disputa la migliore partita della carriera. E a proposito di “partite della vita”, non si può dimenticare un certo Julio Sergio e il derby del 18 aprile 2010, con una prestazione strabiliante del portiere brasiliano, che sembrò spalancarci le porte del paradiso
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