rassegna stampa roma

Giaccherini, faccia nuova per un vizio antico

(L’AVVELENATA di Paolo Marcacci) Non è soltanto la solita bugia detta all’arbitro per tentare di convincerlo; è anche il candore ostentato durante la pantomima: faccina incredula, occhi sgranati e imploranti, costernazione quasi...

Redazione

(L'AVVELENATA di Paolo Marcacci) Non è soltanto la solita bugia detta all'arbitro per tentare di convincerlo; è anche il candore ostentato durante la pantomima: faccina incredula, occhi sgranati e imploranti, costernazione quasi mistica nell'apprendere di essere stato punito o sanzionato.

Nel momento in cui scrivo non so se l'episodio del goal giustamente annullato al Cesena avrà o no uno strascico disciplinare, credo di no a termini di regolamento; però è importante che, almeno a livello mediatico, ci sia lo sputtanamento, come cantavano Cochi e Renato nella colonna sonora di un loro vecchio, surreale film.

Perché altrimenti passa il concetto, soprattutto presso i più giovani, già corrotti abbastanza senza bisogno di ulteriori esempi, che valga comunque la pena provarci, in questi casi, perché bene o male la si farà franca. Non voglio in questa sede istituire il solito connfronto con la cultura calcistica degli altri paesi, non starò quindi a dire che da altre parti non succede mai; di certo, in Italia succede sistematicamente, con poca sorpresa, poco disappunto e sempre meno scandalo.

E' questo il segno peggiore della nostra involuzione culturale, il fatto cioè che "E' bono tutto" come diciamo a Roma; anche che un Giaccherini qualsiasi si permetta di irridere arbitro, avversari, tifosi. Anche i compagni, in un certo senso, perché i giocatori, tutti, dovrebbero essere i primi a stigmatizzare certi comportamenti interni alla loro categoria, in quanto gettano discredito anche su chi si è sempre comportato correttamente.

Altra cosa che sorprende, nel 2011, è che molti giocatori non riescano ancora ad approdare nel ventunesimo secolo, nel senso che non si rendono conto di essere ormai circondati da telecamere, monitorati quasi fin sotto la doccia, vivisezionati nei loro comportamenti dai più disparati angoli visuali. Uno come Giaccherini, che dopo aver abbracciato la palla in area giallorossa si è giustificato in quella maniera, dimostra di essere rimasto a quando c'era solo il replay, con le immagini sfocate e la scritta bianca nella parte inferiore dello schermo. Altrimenti il calcio continuerà ad essere un esempio, si, ma quasi sempre negativo.