(Il Romanista - R.Fidenzi) - Il pareggio della Roma contro il Siena ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti. Anche a Massimo Ghini, che lo ha visto dal vivo insieme ai 35 mila dell’Olimpico.
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Ghini: «Forza Roma, continua a portare avanti il coraggio della tua rivoluzione»
(Il Romanista – R.Fidenzi) – Il pareggio della Roma contro il Siena ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti. Anche a Massimo Ghini, che lo ha visto dal vivo insieme ai 35 mila dell’Olimpico.
L’attore romano, però, non si ferma all’aspetto nudo e crudo del risultato. La rotta va invertita, questo sì. Ma il lavoro che sta svolgendo la Roma tutta (società, tecnico e giocatori), secondo Ghini, va incoraggiato. «Ero allo stadio: la delusione è tanta, inutile nasconderlo – dice l’attore - A me però piace ragionare in funzione della Roma in quanto nuovo progetto e nuova pagina della nostra storia. Faccio una premessa che ritengo necessaria: chi prende le difese di questo gruppo non va considerato un pazzo. Tutti vogliamo il bene della Roma e che la Roma vinca, e io sono il primo a volerlo. Però, ripeto, amo ragionare in maniera lucida e ad ampio raggio». Cioè? «La prima considerazione che faccio è che la squadra sta deludendo. E’ sotto gli occhi di tutti. Ma la domanda è: cosa vogliamo fare per caso, quello che ha fatto l’Inter? Io non credo assolutamente – spiega Ghini - che quella sia la strada da intraprendere, anche se penso che Ranieri in nerazzurro farà bene, perché arriva come il salvatore della patria in una squadra in cui i giocatori non seguivano più Gasperini. Ma tutto ciò va bene per l’Inter. Nel caso della Roma, invece, imploro la piazza di non chiedere l’esonero di Luis Enrique. Faremmo un torto alla squadra».
BALDINI Ghini confida molto in Franco Baldini: «Tra poco arriverà, lo considero un sapiente organizzatore e non vedo l’ora che metta piede a Roma. Lavorerà in maniera intelligente, darà il suo contributo affinché lo staff si guardi in faccia e capisca cosa non va». Capire cosa non va per l’attore è importante. Importantissimo. Altro che cambio di panchina: «Non tiriamo in porta? Ok, sono d’accordo, dovremmo essere più incisivi, però noto il coraggio di una rivoluzione, e questo mi fa piacere. Sento che qualcosa deve ancora maturare, ma è nell’aria. Chi vorrebbe allontanare il tecnico – prosegue Ghini - dovrebbe spiegarmi quale allenatore farebbe al caso nostro e soprattutto quale verrebbe ora a Roma. Ne abbiamo triturati molti, ora non è che possiamo pentirci. Sento, inoltre, invocare nomi che fino a poco tempo fa la tifoseria disprezzava. Ci vorrebbe un po’ di equilibrio in questo senso. Mi sembra eccessivo l’accanimento di quelli che gridano “mandatelo via”, come se Luis Enrique stesse lavorando per il male della Roma. Che qualcosa non va è chiaro. Mi sembra che i giocatori facciano fatica a capire quello che devono fare. E forse Luis Enrique dovrebbe rendersi conto che in questo momento e con questi interpreti non si può adottare il gioco che ha in mente. Di sicuro – prosegue con la disamina tecnica - bisogna accelerare la manovra, la costruzione delle azioni. Il centro dell’attacco, inoltre, è un po’ troppo intasato. Però, piuttosto che tornare al caos che scaturirebbe da un cambio di panchina, io stringerei i denti e sarei speranzoso. Andiamo avanti e facciamolo con la forza di chi vuole davvero portare avanti una rivoluzione. Anch’io voglio vincere. Ma di minestrariche ci propinerebbero una pappetta ne abbiamo già avuti».
GRANDE AMORE Quelli di Ghini sono tutti ragionamenti dettati dal grande amore. «Ragionare quando le cose non vanno bene è faticoso, lo so – ammette -. Ma a prescindere dai risultati non mi stancherò di ripetere che il buon senso, per come la vedo io, dovrebbe farci confidare in Baldini (che spero arrivi prestissimo) e in Luis Enrique». A lui l’idea del nuovo piace: «Diverse squadre che stanno andando bene hanno un allenatore nuovo e idee fresche. Penso a Mangia del Palermo, ad esempio». A proposito di altri club: «Guardate il Milan, il Napoli, la Juventus, l’Inter – fa notare Ghini -. Chi è che può vantare qualcosa? E che cosa? Il campionato italiano non è più composto da squadroni, è l’ombra di se stesso. All’estero ci vado spesso e posso garantirvi che le televisioni non ci considerano più. Guardano la Premier, la Liga, la Bundesliga».
GLI INVESTIMENTI Un modo per dire che la Roma non è l’unica ad avere qualche problema? «Esatto. Ora, chiaramente, l’ansia dei tre punti ci ha messo un po’ all’angolo e comincia a pesare – ammette Ghini -. Ma la Roma è come un bambino. Un bambino che non riesce a camminare, cade, e va aiutato a rialzarsi. Proprio come si fa con i nostri figli. Il veleno e il toto allenatore adesso non servono, fanno solo male. Il veleno di alcuni sarà anche disillusione, ma i cambiamenti si pagano cari miei. Stavamo per fallire - conclude l’attore - è arrivato uno che ha messo i soldi ed è venuto a investire in Italia. Sono partiti i giocatori che venivano fischiati e sono arrivati ragazzi giovani e fortissimi. L’allenatore deve solo capire come gestirli in modo che possano dare il meglio. Non si può interrrompere questo cammino per tornare indietro a quando cambiavamo guida tecnica a ripetizione. Andiamo avanti. Forza Roma!».
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