(Il Messaggero) Un inizio così all’Inter non se lo aspettava proprio nessuno. Tre sconfitte nelle prime tre gare ufficiali, mai nessuno aveva avuto un esordio così disastroso sulla panchina nerazzurra da quando esiste il girone unico, dal lontano 1929–30 (nel 1921–22, invece, addirittura cinque i ko iniziali):
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Gasperini in bilico
(Il Messaggero) Un inizio così all’Inter non se lo aspettava proprio nessuno. Tre sconfitte nelle prime tre gare ufficiali, mai nessuno aveva avuto un esordio così disastroso sulla panchina nerazzurra da quando esiste il girone unico, dal...
Gasperini ha centrato questo record, triste e pericoloso per lui. Dopo il Milan in Supercoppa e il Palermo in campionato, è il turno del Trabzonspor (prima turca a vincere contro l’Inter a San Siro) a sorprendere Zanetti e compagni con la rete di Celustka al 76’, subito dopo la traversa colpita da Altintop (azione viziata da un fuorigioco) e quattro minuti dopo i due clamorosi errori di Milito davanti alla porta.
Massimo Moratti in tribuna era furibondo, poi è andato negli spogliatoi e si è intrattenuto per qualche minuto con il suo staff (Marco Branca e Luis Figo) per analizzare l’ennesima inattesa sconfitta, evitando di incontrare l’allenatore.
La crisi c’è e nessuno all’Inter può nasconderla e la sfida di sabato sera contro la Roma può già essere decisiva per il futuro di Gasperini: «Se sento la fiducia della società? Sì, per il rapporto che ho con il presidente. Certo, anch’io so che questa fiducia non è illimitata. Dobbiamo reagire e dobbiamo trovare i giusti equilibri, ma bisogna farlo in fretta».
Parole, quelle dell’allenatore che tratteggiano un futuro di certo non roseo: «Troveremo la forza di reagire, si è parlato di moduli in modo eccessivo finora, troppo semplicistico parlare di calcio in quel modo. In Inghilterra si dice che dopo la pioggia c’è il diluvio? Qui ora diluvia, bisogna uscirne in fretta». Più tardi sono arrivate le rassicurazioni di Moratti che in pubblico difende il tecnico: «Non aspettatevi per ora scelte clamorose, non possiamo essere al punto di cambiare l’allenatore. La squadra è stata messa giù bene, il tecnico non ha colpe. Se ho parlato con lui? No, perché sono rimasto a vedere il Napoli che giocava bene. Se sono deluso? Come si fa non esserlo. Se la Roma è ultima spiaggia? Se la mettiamo così, è impossibile lavorare sia per il tecnico sia per i giocatori».
L’Inter è apparsa poco incisiva con Zarate che si danna l’anima per andare al tiro, senza però brillare del tutto, e Sneijder che finalmente si ritrova finalmente a fare il trequartista, suo ruolo naturale. La grande novità rispetto a Palermo è la difesa a quattro, segno che il tecnico interista ha saputo recepire i consigli arrivati da Massimo Moratti (e a proposito il presidente, poco prima dell’inizio del match, aveva dichiarato: «Se la formazione è mia? No, penso sia abbastanza normale che Gasperini si renda conto di quanto, in questo momento, ci sia bisogno di tornare su qualcosa di più sicuro e che i giocatori siano abituati a fare»). Tutto questo, però, non basta ai nerazzurri che prima incassano l’infortunio di Stankovic all’adduttore destro (il serbo non va nemmeno in panchina), poi vanno a rilento senza creare grosse occasioni prima del 30’ con un calcio di punizione di Sneijder (deviato in angolo dalla barriera) e con un tiro di Zarate. Nella ripresa la beffa, firmata Celustka: il successo del Trabzonspor certifica la crisi dell’Inter.
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