rassegna stampa roma

Gasperini è già in bilico. Ranieri spera nella Roma

(Repubblica – A.Sorrentino) “So che la fiducia è a tempo: i risultati non arrivano. Dobbiamo fare in fretta”. Gasperini sa, o avverte oscuramente, il che è la stessa cosa: la scure sta per calare.

Redazione

(Repubblica - A.Sorrentino) "So che la fiducia è a tempo: i risultati non arrivano. Dobbiamo fare in fretta". Gasperini sa, o avverte oscuramente, il che è la stessa cosa: la scure sta per calare.

Inter-Roma di sabato è già un'ordalia, un giudizio degli dei, una prova quasi senza appello: o arriva la prima vittoria stagionale, dunque un po' di respiro, oppure i bond del tecnico saranno carta straccia, e Moratti, che si sta già confrontando con i più stretti collaboratori, comincerà le telefonate esplorative ai probabili sostituti: Ranieri in pole, poi Delio Rossi, poi si parla persino di Zenga, Ancelotti, insomma tutti gli allenatori che ancora non hanno una squadra e possono essere accostati all'Inter.

Tutto come da un anno in qua, insomma. Tutto come con Benitez, che però iniziò a traballare seriamente solo da ottobre, perché l'avvio in Champions se non altro fu più incoraggiante di quello di Gasperini. L'ultimo tecnico interista è anche il più sfortunato, quello capitato nella congiunzione peggiore: arriva nel momento di maggiore ridimensionamento e confusione del club, che cede Eto'o dopo aver pensato per un mese di vendere Sneijder, poi si mette affannosamente alla caccia del sostituto e lo trova in Forlan che però... non può giocare in Champions, ma la cosa si scopre solo ad acquisto compiuto. In più c'è una squadra davvero logora, brasata, con le energie al lumicino, con un'età media altissima. Inoltre ecco che i nuovi acquisti, i giovani cui affidare la ricostruzione, si rivelano per ora dei pallidi apprendisti, mica gente che può cambiare il corso degli eventi: Jonathan e Alvarez per ora hanno deluso assai, come Castaignos, e Zarate si sta rivelando per quello che è sempre stato, un attaccante minore, con rari colpi decisivi.

Gasperini si trova al centro di questo caos e non si raccapezza, né potrebbe: vuole imporre le sue idee ma trova un gruppo poco ricettivo, e soprattutto un gruppo in cui tutti si sono adagiati su vecchie abitudini, vecchi metodi di allenamento che nessuno vuole più abbandonare, con un'intensità nel lavoro che è diversa da quella richiesta da Gasperini. Stesso scoglio su cui si era infranto Benitez un anno fa, per dire. Dunque, situazione terribile. Gasperini rischia concretamente la panchina perché il rapporto con Moratti non è mai decollato, e a questo punto non ci sono molte speranze che possa decollare. C'è tempo solo per provare qualche intervento disperato, sperando che la barca si raddrizzi di colpo, e che la fortuna arrida. Speranze, più che altro. Molto in realtà è già compiuto. Moratti intanto chiede tempo per il tecnico, ma chissà cosa pensa per davvero: "Aspettiamo progressi. Contro il Trabzonspor la squadra mi sembrava frenata, la sconfitta di Palermo era recente e li cambio di modulo ha pesato. Però non possiamo sottovalutare il fatto che abbiamo perso una partita importante in Champions League. Però è stata una sconfitta diversa da quella di Palermo.

E con la difesa a quattro siamo andati senz'altro meglio. Gasperini per ora non rischia, lasciatelo lavorare. Si deve aspettare un attimino perché è stato cambiato modulo di gioco. Meglio la difesa a quattro? Sì". Gasperini se non altro una soddisfazione se l'è presa, nel dopopartita, quando ha tacciato di incompetenza certi critici: "Ho ascoltato giudizi che non esprimono grande competenza. Il calcio non si può ridurre solo a una questione di numeri, di difesa a 3 o a 4, perché i moduli non sono così fondamentali. Contano altre cose, eppure sembra che certi giudizi arrivino da chi proprio non conosce il calcio. E sì, direi che al bar sport ne sanno più di certi critici del calcio". Impossibile dargli torto.