rassegna stampa roma

Gara simbolo della stagione, Menez di quella romanista

(Corriere dello Sport – S.Rizzo) Allora, la finale di Coppa Italia è Inter-Palermo, e questo vuol di­re molte cose. Innanzi tutto che i si­ciliani sono già in Europa League e che il settimo posto in campionato ha perso ogni valore.

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(Corriere dello Sport – S.Rizzo) Allora, la finale di Coppa Italia è Inter-Palermo, e questo vuol di­re molte cose. Innanzi tutto che i si­ciliani sono già in Europa League e che il settimo posto in campionato ha perso ogni valore.

In secondo luogo che l’Inter, pur nella delusio­ne, continua ad essere una grande squadra, capace di non mollare mai e di difendere con grande dignità la sua storia. Infine che per la Roma questa è una stagione amara da la­sciarsi immediatamente alle spal­le. La partita di ieri ne è l’emble­ma: poteva finire in maniera total­mente diversa, perchè la squadra ha sprecato all’inizio, dormito nel mezzo e reagito troppo tardi. Il 29 maggio, per il quarto anno consecutivo, la finale di Coppa Italia si giocherà a Roma, per la prima volta senza una squadra ro­mana: due volte erano stati prota­gonisti i giallorossi, una la Lazio. Ma l’Olimpico, statene certi, non rimarrà vuoto, perchè tutta Paler­mo è pronta a partire per vivere un sogno. E perchè i tifosi neraz­zurri, generosi con una squadra che merita comunque i compli­menti, non si tireranno indietro. Dunque l’Inter che sembrava fi­nita a dicembre ha saputo risolle­varsi. Certo, una bella mano glie­l’ha data Moratti, intervenuto a gennaio come non aveva fatto in estate. Ma la squadra ha saputo ricompattarsi con Leonardo, ha iniziato una rimonta infinita che s’è conclusa amaramente. Ma se c’è una qualità che contraddistin­gue le grandi squadre è quella di ricordarsi di essere tali, di saper reagire a ogni mazzata. L’Inter ha perso tutto in una settimana in­fernale ( il derby e l’andata di Champions con lo Schalke), ma non s’è fatta travolgere. Rispetto alla tripletta dell’anno passato, il probabile secondo posto e la fina­le di Coppa Italia sembrano poca cosa. Ma non vanno dimenticate né la Supercoppa, né il Mondiale: si può parlare di stagione delu­dente? Cosa dovrebbero dire allora Ro­ma e Juve? I bianconeri, senza giocare, hanno perso ieri sera quasi completamente la speranza di essere qualificati almeno in Eu­ropa League. Calciopoli a parte, così in basso erano andati solo nella disgraziata stagione di Mai­fredi. Eppure, la lezione dell’an­no passato doveva essere servita: si è invece riusciti a restare su quel malinconico livello. Quanto alla Roma, ha ancora una vaga speranza di entrare in Champions, ma questo doveva es­sere il traguardo minimo per una squadra che l’anno passato aveva sfiorato lo scudetto. Menez è di­ventato, suo malgrado, il simbolo di questa stagione: mezzi straor­dinari, talento enorme, personali­tà e voglia di lottare troppo scar­se. Ha fatto il suo tempo a Roma, come gran parte dei suoi compa­gni. L’arrivo di Montella l’ha com­pletamente demotivato, e la colpa non può essere solo dell’allenato­re. Meno di 20 giorni e anche que­sta stagione andrà in archivio. Re­sta da scoprire chi sarà la quarta ad andare in Champions ( con l’Udinese favorita) e chi tra Samp e Lecce dovrà salutare la A. Resta naturalmente anche la finale di Coppa Italia, traguardo normale per l’Inter e storico per il Paler­mo. Che sta già festeggiando l’in­gresso in Europa League, ma che certo non s’accontenterà di que­sto: se la giocherà sino alla fine.