(Il Romanista - D.Giannini) - Giovane, promettente e forte fisicamente. E’ più o meno questo l’identikit del difensore centrale che dovrà prendere il posto del partente Philippe Mexes. Anche se il termine di paragone migliore dovrebbe essere Walter Samuel. Perché Leonel Galeano, il nome attualmente più papabile per la Roma in quel ruolo, agli esperti ricorda un po’ il "muro" del terzo scudetto romanista.
rassegna stampa roma
Galeano il nuovo Samuel? Ghezzi: «E’un pilastro»
(Il Romanista – D.Giannini) – Giovane, promettente e forte fisicamente. E’ più o meno questo l’identikit del difensore centrale che dovrà prendere il posto del partente Philippe Mexes. Anche se il termine di paragone migliore...
Un paragone ingombrante per un ragazzo di soli 19 anni (ne farà 20 ad agosto) anche se ha già dimostrato di avere personalità da vendere. Forse anche troppa, tanto che ogni tanto si lascia prendere un po’ la mano rimediando dei cartellini evitabili. Galeano, nuovo talento dell’Independiente per il quale ha iniziato a giocare a 14 anni, fa dell’anticipo e della potenza le sue qualità migliori. Potenza, quella data dai suoi 183 centimetri per 80 chili. Sabatini lo tiene d’occhio da anni, e di lui ha parlato anche il suo procuratore, Gustavo Ghezzi. «Il mio socio Cyterszpiller e io abbiamo incontrato Sabatini, per calciatori che abbiamo in Italia e all’estero - ha detto a Teleradiostereo -. Per ora, un giro d’orizzonte su giocatori che potrebbero fare al caso anche della Roma. Galeano è un difensore centrale del 1991, sta facendo molto bene nell’Independiente, con cui ha vinto la Coppa sudamericana, tra l’altro non pagando dazio al cambio di allenatore. Ha avuto una leggera flessione nell’ultimo periodo, ma è fisiologico per ragazzi della sua età. Anche nel suo caso, se interessa alla Roma, lavorandoci con il tempo giusto, diventerebbe un pilastro della retroguardia». Un nome buono per la difesa, dunque. Ma nell’elenco dei giocatori di Ghezzi ci sono altri due nomi interessanti per la Roma, in mezzo al campo e in attacco. «Denis Stracqualursi è come Vieri ai tempi dell’Atalanta - ha detto Ghezzi -, deve affinare la tecnica, ma ha potenza fisica, fiuto del gol, può essere straripante. Sta facendo benissimo nel Tigre. E’ pronto per il calcio italiano, ma non si deve pensare a lui chiedendogli subito un ruolo da bomber da venti gol, se gli si chiede di essere pronto già al fischio d’inizio della prossima stagione si può commettere un errore di tempistica, perché deve crescere, ma parliamo di un ottimo investimento. Se la Roma decide di prenderlo, fa un affare». E a centrocampo? A quanto pare la posizione di David Pizarro non è più solida come lo era in passato. Ma se il cileno dovesse rimanere, la Roma potrebbe ritrovarsi in squadra due Pizarro. Oltre al Pek anche Guido Pizarro, centrocampista centrale del Lanus. «Con Sabatini ho parlato anche di lui. E’ del 1990, sa fare entrambe le fasi di gioco, nel giro di due anni si parlerà di lui come di uno dei migliori nel suo ruolo. Gli argentini sono ad hoc per il campionato italiano. Hanno grande tenacia, e sono spesso accompagnati da passaporto comunitario, cosa che fa la differenza nelle negoziazioni. Inoltre il campionato argentino è cambiato, molto più veloce, tattico, prepara molto bene i suoi giovani calciatori. Tanti nuovi talenti argentini vengono subito accostati a Marado na. Ma a oggi, un nuovo Maradona deve ancora nascere». E Lamela che giocatore è? «Non fa parte della nostra scuderia - conclude Ghezzi -. Ha un talento importante, ha molta fantasia, gran fisico, sa muoversi bene. Il River Plate lo ha caricato di responsabilità per evitare la retrocessione. In prospettiva, se la Roma dovesse prenderlo, farebbe un grande colpo. In una squadra già fatta, con lui deresponsabilizzato, saprebbe fare la differenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA