rassegna stampa roma

Galeano: Grintoso, umile abile di testa Ecco il nuovo muro

(Il Romanista-V.Valeri) Spiagge fantastiche, un mare cristallino, il sole a baciare gli scogli. Miramar è una cittadina turistica che ogni anno attrae migliaia di argentini da tutto il paese, in particolare dalla capitale Buenos Aires, 450 km a sud.

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(Il Romanista-V.Valeri) Spiagge fantastiche, un mare cristallino, il sole a baciare gli scogli. Miramar è una cittadina turistica che ogni anno attrae migliaia di argentini da tutto il paese, in particolare dalla capitale Buenos Aires, 450 km a sud.

È lì che è nato e cresciuto Leonel Galeano, 20 anni il prossimo agosto, difensore centrale dell’Independiente di mister Gallego.

Forte fisicamente (183 cm per 80 kg), nonostante un’altezza non incredibile, Leonel è bravissimo di testa e fa di questo fondamentale un’arma. Si è trasferito ad Avellaneda per giocare con i Rojos nel 2005 e subito ha dato mostra delle sue capacità, ma senza strafare Veloce, intelligente, freddo nei momenti critici. Il suo esordio ufficiale fu il 22 agosto 2009, prima giornata dell’Apertura, contro il Newell’s Old Boys dell’ex laziale Nestor “Boquita” Sensini. Nello stadio comunale di Lanùs, utilizzato temporaneamente durante i lavori per il riammodernamento dell’Estadio Libertadores de America, i rossi d’Argentina escono sconfitti 0 – 1, ma il neo-maggiorenne Galeano fa un figurone. Gallego ne rimane affascinato, dalla partita dopo lo indica come titolare e gli affida le chiavi della difesa, in condominio con il 35enne Nicolas Tuzzio. È una stagione in crescendo, quella di Leonel. I tifosi lo apprezzano giornata dopo giornata, i giornali lo lodano, il suo tecnico se lo coccola come un figlio, i compagni hanno cieca fiducia in lui. Anche se è un po’ irruente, con le sue scivolate focose come l’animo latino che gli scorre nelle vene, Galeano ogni partita dà l’impressione di avere sempre in mano la situazione, anche in momenti di grande stress agonistico e di pressione da parte dell’avversario di turno.

Il primo a sponsorizzarlo, a ragione, è stato proprio Americo Gallego: «Ho fiducia in lui e lo mando in campo da titolare ogni partita – spiegava lo scorso anno – perché non ne ha mai sbagliata una e non ho ragione di privarmene ». Poche, semplici e sacrosante parole. La stagione 2009/2010 è la prima e la migliore per lui – a segno anche due volte contro Chacarita Juniors e Huracàn -, lo conduce anche alla prima convocazione nell’albiceleste dell’allora ct Diego Armando Maradona, contro la Giamaica. In Sudafrica, però, il centrale di Miramar non ci va, ma non è una bocciatura. Tanto che immediatamente numerosi club si mettono sulle sue tracce: il più a prenderlo dall’Independiente è Pietro Lo Monaco, che nel Gennaio scorso era volato in Argentina per chiudere l’accordo sulla base di due milioni e mezzo di euro. Niente da fare, però. Il Catania rimase a bocca asciutta e Simeone, fresco tecnico degli etnei dopo la cacciata di Giampaolo, dovette rinunciare a Galeano. Un motivo in più per tentare la strada che porta al ventenne è il confronto che viene fatto con Walter Adrian Samuel.

Non a torto: le caratteristiche fisiche sono identiche, quelle tecniche pure. Galeano si muove in campo e marca gli attaccanti avversari con la grinta dell’ex Muro giallorosso, spende durante i 90 minuti tutte le energie in possesso, senza tirare mai indietro la gamba. Gustavo Ghezzi, suo procuratore, dieci giorni fa ne parlava così: «E’ un difensore molto interessante – spiegava – che sta facendo benissimo. C’è l’interesse di diverse squadre, non so se anche la Roma vuole inserirsi. Con Sabatini abbiamo parlato di tanti giocatori pochi giorni fa (il famigerato incontro del 5 maggio, ndr), ma non c’è nessuna vera trattativa. Bisogna tener conto, però, che è molto giovane e non so è già pronto per venire in Italia, soprattutto non so se la Roma è disposta ad aspettarlo nella sua crescita completa ». Il valore di mercato è un mistero: «Non saprei dirlo ora». La verità è che i due milioni e qualche spicciolo offerti dal Catania sono ormai un ricordo accantonato: Galeano vale molto di più – circa 10 milioni - , ma rappresenta, al pari di coetanei o quasi come Lamela e Alvarez, un investimento di sicura riuscita.

Nel suo viaggio sudamericano della scorsa settimana, Walter Sabatini lo ha visionato, ha raccolto informazioni, ci ha pensato su; la concorrenza è dura, soprattutto dalla Spagna, dove spesso – vedi Atletico e Real – pescano nei Tornei di Clausura giovani talenti da formare e lanciare. Nel 2011 il giovane erede di Samuel, che ha in tasca un prezioso passaporto italiano, ha già conquistato la Copa Sudamericana e una maglia nell’Under 20 di Ruben Magnano: «E’ un sogno – dichiarò ad Olè nel gennaio scorso -, lotterò ogni giorno per conquistare nuovi obiettivi. Vengo accolto sempre con grande affetto, come fossi già un grande campione. Anche se ringrazio tutti, io devo mantenere i piedi per terra e pensare a lavorare».

Il suo profilo di Facebook conta oltre 3mila fan, e sorprende – ma nemmeno troppo – scoprire che qualche tifoso romanista ha aperto una pagina con la sua foto in maglia giallorossa: la stessa affascinante operazione di fantasia compiuta per Erik Lamela. Secondo indiscrezioni, messa a posto la situazione che riguarda la sua carica di direttore sportivo e quella del nuovo allenatore, Sabatini riprenderà il discorso legato al mercato argentino e intensificherà i contatti con il tridente Lamela – Alvarez – Galeano, per affondare un mega colpo dei suoi e anticipare tante accanite rivali, italiane ed europee.