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Gago: «A Roma sto benissimo»

(Il Romanista – V.Meta) – La maglia da titolare nel suo club e quella della nazionale argentina, il ritmo partita e una continuità di rendimento che ha stupito i suoi nuovi tifosi.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - La maglia da titolare nel suo club e quella della nazionale argentina, il ritmo partita e una continuità di rendimento che ha stupito i suoi nuovi tifosi.

Difficile stilare una gerarchia fra le cose ritrovate di Fernando Gago, da oggetto misterioso dell’ultimo giorno di mercato a intoccabile in una Roma che fin qui ha cambiato formazione ogni volte che è scesa in campo. È un buon momento per i centrocampista argentino, volato in Sudamerica per raggiungere il raduno della squadra di Alejandro Sabella, attesa dal doppio impegno di qualificazione ai Mondiali 2014 contro Bolivia e Colombia. «Il passaggio da Madrid a Roma è andato proprio bene - ha detto parlando a Radio La Red-. Finalmente ho ritrovato il ritmo partita, che nel Real mi era mancato». Giocare dal primo minuto le ultime cinque partite di campionato è cosa riuscita soltanto a tre giocatori: De Rossi, Stekelenburg e appunto Gago, che nel centrocampo a tre disegnato da Luis Enrique ha dimostrato di poter fare tanto l’intermedio quanto il vertice basso, ruolo che ha ricoperto a Novara, quando il tecnico ha deciso di avanzare De Rossi.

In nazionale lo aspetta un altro cambio di posizione, visto che il ct Sabella sembra intenzionato a dirottarlo sulla destra: «Non è un problema, ho giocato nella stessa posizione e nel medesimo sistema in Coppa America. Sono abituato, anche perché alla Roma ho fatto lo stesso lavoro. Giocando più stretto e con un laterale difensivo molto largo che mi aiuti sulla fascia mi sento molto comodo. In più ho maggiori possibilità di arrivare in porta. Far parte della nazionale è qualcosa di unico, si spera sempre di esserci, amichevole o eliminatorie che siano». In giallorosso è arrivato l’ultimo giorno di mercato, dopo una stagione nel Real non esattamente esaltante, chiusa con appena quattro presenze, in assoluto la peggiore da quando il Madrid lo prese dal Boca Juniors non appena ventunenne. Due mesi dopo si può dire che il suo ambientamento a Roma sia ormai completato, sia in campo sia fuori. «Tornare al Boca? Sì, c’era questa opzione. Avevo voglia di andare Buenos Aires perché, al di là degli aspetti calcistici, avevo bisogno di stare con la famiglia. Poi invece non se n’è fatto niente e la Roma ha avuto il merito di credere in me. Non giocavo da un anno, avevo fatto solo due partite in Coppa America e ora fortunatamente le cose stanno andando bene». Così bene che al suo rientro dall’Argentina Luis Enrique potrebbe consegnargli la sesta maglia da titolare consecutiva nel posticipo di domenica 20 all’Olimpico contro il Lecce degli ex Bertolacci e Julio Sergio, a dispetto del viaggio transoceanico e del relativo jet-leg. D’altra parte, fermarsi porprio adesso sarebbe davvero un peccato.