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Gago, il talento resta cristallino ma a Madrid si è perso

(Corriere dello Sport – A. De Pauli) – Negli ultimi tempi è stato più fa­cile vederlo al museo del Prado che al Ber­nabéu, ma sul talento cristallino di Fernan­do Rubén Gago, gli stessi Capello, Schuster, Pellegrini e Mourinho,...

Redazione

(Corriere dello Sport - A. De Pauli) - Negli ultimi tempi è stato più fa­cile vederlo al museo del Prado che al Ber­nabéu, ma sul talento cristallino di Fernan­do Rubén Gago, gli stessi Capello, Schuster, Pellegrini e Mourinho, che non sono stati certo capaci di trarne il meglio, metterebbe­ro la mano sul fuoco.

Bisogna dire anche che i 5 anni scarsi vissuti dall'erede di Redondo nella capitale iberica sono stati tutto, tranne che fortunati. Tra infortuni, cambi sulla pan­china e rivoluzioni societarie il centrocam­pista non è mai riuscito ad ottenere, tranne forse nella stagione 2007-'08, quella conti­nuità di rendimento che le sue grandi doti tecniche e la rara intelligenza tattica avreb­bero potuto garantirgli. In estate, poi, è arrivato pure Nuri Sahin dal Borussia Dor­tmund, ad aggiungersi ai di­retti concorrenti Xabi Alon­so e Khedira. Meglio cambia­re aria, allora, e ritrovare un ruolo da protagonista.

 

BELLO E VINCENTE - Atterrato, nel dicembre del 2006, nella galassia blanca grazie a Franco Baldini e all'allora presiden­te madridista Ramón Calderón, dopo esser­si imposto come il '5' - e chi mastica un po' di calcio argentino conosce bene l'importanza di questo numero nell'immaginario colletti­vo sudamericano - di un Boca capace di vin­cere un 'Apertura' e un 'Clausura', oltre che un paio di Recopas, il ragazzo di Gálvez, no­nostante la partecipazione intermittente, è riuscito a trionfare anche nella penisola ibe­rica, facendo sue due Ligas, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna. Trofei che si aggiungono al Mondiale under 20 olande­se e all'Oro olimpico di Pechino, condivisi con Messi e Agüero e che ben illustrano la sua familiarità con il successo. Nel suo Pae­se lo conoscono come 'El Pin­tita', soprannome cucitogli addosso dal maestro Ramón Maddoni, che un giorno l'ave­va ripreso durante una parti­ta:«Ehi Bellezza!('Pintita', appunto).Smettila di metter­ti a posto la chioma». I tifosi romanisti, comunque, posso­no stare tranquilli. Fernando arriva nella capitale con la testa a posto. Ca­pelli corti e determinazione a lavorare al massimo, anche per consolidare quel posto in Nazionale appena riconquistato, che ave­va perso, solo per un attimo, nel corso dellaCoppa del Mondo in Sudafrica.

COPPIA D'ARTE - Lo scorso luglio, nel sontuo­so scenario del Salone del Tattersal di Bue­nos Aires, davanti a quattrocento invitati tra i quali il napoletano Ezequiel Lavezzi, Gago ha sposato la tennista Gisela Dulko, abitua­le compagna di doppio della nostra Flavia Pennetta, con la quale ha trionfato nell'ulti­mo Open d'Australia. Fernando e la conna­zionale sono diventati inseparabili dopo es­sersi conosciuti in occasione dei Masters Se­ries di Madrid del 2009. Sport e arte la ricet­ta del loro amore. E se qualche fortunato ha potuto incrociare la coppietta incantata da­vanti a «Las Meninas» di Velázquez, altret­tanto potrebbe succedere ai più assidui fre­quentatori dei Musei Vaticani. D'ora in poi, la casa del Pintita sarà quella, oltre ovvia­mente, al cuore del centrocampo giallorosso.