rassegna stampa roma

Franco Sensi, un ricordo ancora da esplorare

(Il Romanista – M.Izzi) Sento continuamente parlare di Franco Sensi, da tifosi, addetti ai lavori e personaggi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino.

Redazione

(Il Romanista - M.Izzi) Sento continuamente parlare di Franco Sensi, da tifosi, addetti ai lavori e personaggi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino.

Quando posso annoto questi flash in un block-notes … ne sfoglio le pagine e ritrovo un appunto preso poche settimane fa, ascoltando un intervento radiofonico di Stefano Piccheri.

Era un racconto che si riferiva ai giorni da reporter di Piccheri, quando a bordo di un motorino si era trovato fuori da Villa Pacelli. Aveva riconosciuto l’auto del Presidente Sensi, inseguita da un tifoso …. La macchina si è fermata e lo sconosciuto ragazzo ha potuto esternare il suo affetto al presidente. Sensi, che era già malato, venne colpito da questo gesto così spontaneo, tanto che abbracciò il tifoso e si commosse fino al pianto. Ho trovato bellissimo questo aneddoto, bellissimo nella sua freschezza e nella sua onestà.

Non c’era un Franco Sensi per le pubbliche relazioni diverso da quello della vita di tutti i giorni … Franco Sensi era un libro aperto, al sottoscritto piaceva anche per questo. Nelle ultime ore si è parlato di Cassano, e questo mi fa venire in mente una noticina che il ragazzo barese ha dedicato al presidente Sensi nel libro "Le mattine non servono a niente": «Bisogna essere veramente un trimon’ per arrivare con tre ore di ritardo a firmare il contratto che ti cambierà la vita. Meno male che Franco Sensi mi voleva bene». Franco Sensi voleva bene a Cassano, ma sapeva anche randellare il talento di Bari vecchia. T

ra gli aforismi del libro, però. non c’è, ad esempio, la reazione che Sensi ebbe quando Antonio, entrato nella sala massaggi dove c’era anche il presidente, ebbe la felice idea di non salutare. Sensi, come detto, era questo, una miscela di sentimento, istinto, intuito. Se un rimpianto mi è rimasto, è quello di non aver avuto la possibilità d’intervistarlo e d’intervistarlo prima che salisse al timone della Roma. Da quel momento ha rilasciato molte interviste, ma fatalmente il tema principale era l’attualità. Sensi sarebbe stato, invece, una miniera d’oro per i racconti che riguardavano il passato. Non solo gli anni 60, che lo avevano visto protagonista come Vice Presidente... non solo gli anni 50, quando suo padre sedeva nel Consiglio direttivo giallo-rosso... e nemmeno solo gli anni di Testaccio, vissuti da giovanissimo tifoso.

La memoria familiare di Franco Sensi arrivava al periodo del pionierismo del calcio romano. Alla festa per il centenario della Fortitudo, nel 2008, Maria Sensi dichiarò che a casa conservava «un armadio» di ricordi di Franco della Fortitudo, squadra nella quale aveva militato il padre, Silvio Sensi. Sarebbe bellissimo che prima o poi quei ricordi venissero raccolti e pubblicati dalla famiglia Sensi, permetterebbero ai tifosi di appropriarsi definitivamente di una figura che sentono profondamente propria, un uomo che ha lasciato un vuoto che è pari solo al suo ricordo.