rassegna stampa roma

Franco Baldini, l’anti-Juve

(Il Romanista-G.Dell’Artri) L’ultimo botta e risposta è di qualche giorno fa, con uno che con la consueta eleganza ha detto: «Non sono carogna abbastanza da esultare per una sentenza ai danni di nessuno, chiunque sia.

Redazione

(Il Romanista-G.Dell'Artri) L’ultimo botta e risposta è di qualche giorno fa, con uno che con la consueta eleganza ha detto: «Non sono carogna abbastanza da esultare per una sentenza ai danni di nessuno, chiunque sia.

Moggi l’ho confinato nel passato». E l’altro che invece ha pensato bene di dare la sua ricetta per risolvere i problemi giallorossi: «Se andassero via Luis Enrique e Baldini la Roma ne guadagnerebbe sicuramente».

I due in questione, per chi non l’avesse capito, sono Franco Baldini e Luciano Moggi. Con quest’ultimo che, sarà anche il passato della Juve e del calcio, ma che non si può non ricordare nel giorno in cui Baldini torna ad affrontare i bianconeri quasi sette anni dopo il suo addio dirompente al mondo del pallone italiano. Gli ultimi colpi al “sistema”, il direttore generale giallorosso li diede verso la fine di marzo del 2005, ma già da tempo Baldini era diventato il simbolo per tutti i romanisti (e non solo) della lotta al potere, ai mali del nostro calcio. Una serie di battaglie, quelle contro il doping, contro la Gea, contro le prepotenze delle squadre del nord, che lo avevano reso un vero e proprio beniamino. (...) Il 5 marzo di quel 2005 c’era stata l’ormai famigerata partita dello scandalo, quella che per tutto l’Olimpico doveva essere della grande rivincita e che non lo fu per colpa dell’arbitro Racalbuto. Così, mentre i bianconeri si avviavano a vincere uno scudetto che gli sarebbe stato tolto di lì a un paio d’anni con la sentenza sportiva di Calciopoli, cominciarono ad allargarsi le crepe nel rapporto tra Baldini e i vertici societari della Roma.

Scricchiolii che culminarono poi con le dimissioni da lui presentate il 24 marzo. Qualche giorno prima Baldini si era tolto gli ultimi sassolini dalla scarpa, quei pochi che non aveva già rimosso fino a quel punto. E nel corso di una celebre intervista televisiva al programma di Serena Dandini, “Parla con me”, parlò non solo con la conduttrice ma con tutti gli appassionati di calcio. Una chiacchierata nella quale esordì rispondendo in questo modo quando gli ricordarono una sua frase di qualche tempo prima sulla voglia di vedere una partita senza sapere in anticipo il risultato: «Mi riferivo agli esiti finali dei campionati che da un po’ di tempo paiono scontati. Questo non lo dico io, lo dice l’Albo d’oro dei campionati. Negli ultimi 12 anni ci sono state 5 vittorie a testa per Milan e Juventus e una volta Lazio e Roma, però a prezzi che per poco non ci lasciano la pelle tutte e due. Questo qualcosa vorrà dire». Bum. Prima bordata. «Arbitri sono condizionati dal potere? E’ evidente che sia così, perché se esiste un designatore che può condizionare la carriera di un arbitro, e questo designatore viene nominato da coloro che poi debbono essere arbitrati, un po’ di condizionamento ci sarà». E due. Seconda bordata. Parole dure, dirette, che allora (era sempre il 2005 e Calciopoli non c’era ancora stata) pesavano come dei macigni.(...) Lo sapeva bene anche Baldini, che spiegò così il motivo per cui nessuno parlava chiaro come faceva lui: «Le persone che lo hanno fatto, nel tempo hanno subìto pesanti conseguenze. Tanta gente che ormai non ha più voce e neanche più voglia di parlare». Succedeva tutto sei anni e 9 mesi fa. Un tempo nel quale di cose ne sono successe tante. Ci sono stati dei processi, c’è stato quello sulla Gea nel quale Moggi minacciò Baldini prima di entrare in aula rivolgendogli prima degli insulti e poi puntandogli contro l’indice e dicendo: «Guarda che così finisci male». Per quel fatto Moggi è stato condannato a 4 mesi, così come lo è stato dal Tribunale di Napoli per un altro processo, quello per Calciopoli. (...) Una bella differenza rispetto agli avversari di questa sera, che invece il passato lo continuano a scomodare per richiedere lo scudetto del 2006 che proprio per Calciopoli gli è stato tolto.

Stasera si torna in campo. Come quasi 7 anni fa c’è la Juve in cima e la Roma in difficoltà, anche se nel mezzo la storia è cambiata. E Baldini ha contribuito a cambiarla. Perché è nel suo dna. Alla Dandini che, sempre in quella famosa intervista, facendo l’avvocato del diavolo, gli proponeva di farsi una ragione della maggiore forza di Milan e Juve, aveva replicato: «Farsene una ragione sicuramente no. Questo sì che sarebbe rassegnarsi». Baldini non si rassegnato, la Roma neppure. Non lo faranno mai.