(Il Romanista - V.Meta) - Certe volte è talmente sottile il confine fra sogno e realtà che, nel dubbio, è meglio spegnere la sveglia. Deve pensarla così anche Alessandro Florenzi: l’ultima cosa che ha sognato è di giocare titolare la prima partita ufficiale dell’Under 21 di Ferrara e di servire a Gabbiadini la palla dell’1-0.
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Favola Florenzi, gol e Under 21
(Il Romanista – V.Meta) – Certe volte è talmente sottile il confine fra sogno e realtà che, nel dubbio, è meglio spegnere la sveglia. Deve pensarla così anche Alessandro Florenzi: l’ultima cosa che ha sognato è di giocare...
Peccato che il suo sogno fosse così reale da essere visto in diretta tv da qualche migliaia di spettatori, a cominciare dai suoi stessi genitori, che martedì scorso hanno seguito la splendida vittoria degli azzurrini in Ungheria nel bar che la famiglia Florenzi gestisce ad Acilia: «C’eravamo io, mia moglie e il fratello maggiore - racconta il papà Luigi -, l’abbiamo vista mentre stavamo lavorando. Ritrovarcelo lì con la maglia azzurra che cantava l’inno con la mano sul cuore è stata un’emozione grande e devo dire che all’inizio ogni volta che toccava palla trattenevamo tutti il fiato temendo che sbagliasse. Invece per fortuna è andato tutto bene». Schierato esterno sinistro (non esattamente il suo ruolo) nel 4-4-2 di Ferrara, il capitano dello scudetto Primavera, ha bagnato il debutto in Under 21 con una gran prova di carattere e dopo un primo tempo di contenimento - in appoggio al terzino sinistro Alessandro Crescenzi, con cui ha giocato per anni -, nella ripresa è riuscito a sfoderare qualcuno dei suoi colpi. A cominciare dal delizioso cross dalla sinistra con cui ha messo sulla testa di Gabbiadini il pallone dell’1-0. Niente di straordinario per chi è abituato ad alternare lanci e inserimenti: «A fine partita ci siamo sentiti al telefono - racconta il papà - e come al solito mi ha chiesto come fosse andato: gli ho detto di stare tranquillo, che aveva fatto una buona partita. Anzi a essere sincero, non pensavo sarebbe andato così bene, avevo paura si emozionasse troppo».
E pensare che per Florenzi, più che un sogno, l’estate iniziata con lo scudetto sembrava un incubo: colpa dell’intervento di appendicectomia che l’ha costretto a stare fermo per quasi un mese. Niente ritiro a Riscone, preparazione iniziata in ritardo e una condizione fisica da ritrovare anche quando ha ripreso ad allenarsi con il Crotone, dove si è trasferito in prestito. La prima volta che Menichini lo ha preso da parte per comunicargli la sua intenzione di farlo giocare terzino, Alessandro non ha battuto ciglio: «Mister, che problema c’è? Io se c’è bisogno gioco pure in porta». Una disponibilità che il tecnico - già vice di Mazzone sulla panchina della Roma - ha premiato confermandolo anche contro il Lecce in Coppa Italia e poi consegnandogli una maglia da titolare nella prima di campionato contro il Livorno. Un debutto da sogno per Florenzi, autore del momentaneo 1-0 su colpo di testa, non certo la sua specialità: «L’ho chiamato per fargli i complimenti - ha detto Alberto De Rossi - e ci siamo fatti una risata, perché Florenzi che segna di testa...». Il gol alla prima con i professionisti è arrivato una decina di giorni dopo la prima convocazione in Under 21: «Allora era contento, ma chi l’avrebbe detto che avrebbe giocato titolare la prima partita ufficiale?» dice ancora il padre, prima di correre all’aeroporto a prendere il figlio di ritorno dall’Ungheria. «Pensa che mi ha chiesto di portargli un cambio, perché non voleva venire al bar con la divisa della nazionale, dovessero dire che se la tira... Lui è fatto così». Ma cosa gli ha detto il papà accogliendolo dopo un sogno lungo tre settimane? «Solo una cosa: Alessa’, non te sveglia’ proprio adesso!»
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