(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) No, non ci siamo ancora. Difficile parlare di Stekelenburg oggi. Perché dopo la sfida con il Palermo, nella quale il portiere olandese aveva finalmente dato prova delle sue doti, tra Genoa e Milan le sue responsabilità su alcuni dei gol subiti sono state piuttosto evidenti.
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Enigma Stekelenburg
(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) No, non ci siamo ancora. Difficile parlare di Stekelenburg oggi. Perché dopo la sfida con il Palermo, nella quale il portiere olandese aveva finalmente dato prova delle sue doti, tra Genoa e Milan le sue...
E in più ci sono i numeri, che non mentono mai, impietosi. 492 minuti giocati in campionato, 9 gol subiti, uno ogni 54’. Non proprio un inizio col botto.
PRESTAZIONE - Crediamo che qualsiasi considerazione debba partira dalla prestazione di Stekelenburg contro il Milan, in cui ha subito 4 tiri in porta e tre gol. Ma, al di là, del mero dato, c’è il fatto che su due dei tre gol rossoneri il portiere giallorosso non ha dato la sensazione di muoversi perfettamente. Partiamo dal vantaggio di Ibra: sull’1-0 del Milan ci sono gli errori della difesa (il cross di Aquilani arriva dalla trequarti, Juan non è perfetto nel contrasto), ma c’è anche una scelta di tempo dell’olandese non proprio ideale. Il colpo di testa dello svedese è forte, ma Stekelenburg si tuffa senza fare il passo di partenza, quello che serve a dare la spinta per l’allungo. E infatti arriva a pochi centimetri dal pallone che entra in rete, tra l’altro neanche angolatissimo. Nulla da fare sul gol di Nesta, passiamo al secondo di Ibra. Il fatto che l’olandese tocchi il pallone significa che ci è arrivato: gli errori sono di posizionamento iniziale e di forza della mano con cui “smanaccia” soltanto la palla. Se quella mano fosse stata un po’ più “dura” forse il portiere avrebbe deviato il colpo di testa verso l’esterno.
CRESCITA - Anche sul capitolo Stekelenburg, neanche a dirlo, c’è bisogno di pazienza, bisogna aspettare. I problemi iniziali sono stati tanti, su tutti il calcio alla tempia ricevuto a Milano dall’interista Lucio che oltre a toglierlo dai campi per un po’ di tempo, ne ha minato la sicurezza, se non altro quando alla prima possibilità di rientro rispose no allo staff tecnico sull’eventualità di giocare contro l’Atalanta. La lingua poi, altro problema mica da ridere. Una dei punti di forza di un portire è da sempre considerata la capacità di comunicare con la propria difesa e di conseguenza il saper regalare serenità al reparto. Difficile però per Stekelenburg che ancora non parla l’italiano, che nessuno capisce se parla olandese e comunica bene soltanto con Hainze e Pjanic tra tedesco e inglese. I due infatti, per ora, rappresentano i punti di riferimento del portiere.
SFORTUNA - La Roma punta su Stekelenburg, non c’è dubbio. Fortemente voluto dall’Ajax, acquistato in estate per oltre sei milioni di euro più bonus, capace in allenamento di fare cose meravigliose. Chiunque lo abbia visto al lavoro a Trigoria parla di interventi da uno che ha giocato la finale dell’ultimo Mondiale; Stekelenburg appunto. Ora si tratta di ritrovare un pizzico di fiducia, un po’ di buona sorte che non guasta mai, e anche una dose di attenzione. Con i giorni e la lingua italiana dovrebbe infine arrivare anche quello che tutti si aspettano: un portiere forte che la Roma aspetta da anni.
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