rassegna stampa roma

Ecco Pallotta, l’uomo dei sogni

(Il Romanista – D. Galli) – The first time in Rome di James Pallotta. La prima volta a Roma di James Pallotta. Domani, ma chissà che non anticipi a oggi, mister Celtics sarà nella Capitale.

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(Il Romanista - D. Galli) - The first time in Rome di James Pallotta. La prima volta a Roma di James Pallotta. Domani, ma chissà che non anticipi a oggi, mister Celtics sarà nella Capitale.

Non per la prima volta in assoluto - da turista l’ha girata in lungo e largo più volte, è stato pure a Poggio Nativo, terra di origine degli avi materni - ma per la prima volta da coproprietario della Roma. Ieri le fonti divergevano sul breve soggiorno londinese di Pallotta. Secondo qualcuno, il finanziere ha in agenda Roma prima della capitale inglese, dove viene dato per sicuro l’incontro (ovvio, peraltro) con Franco Baldini. Ma dall’America ieri insistevano: Pallotta è a Londra e presto, entro sabato, sarà a Roma. Roma e poi Londra, o Londra e poi Roma, non cambia nulla. Tutti concordano sui punti chiave della trasferta europea di mister Celtics. Pallotta cenerà domani sera con gli uomini di Unicredit e dello studio legale Tonucci, l’advisor italiano della cordata americana. Il giorno dopo, sarà all’Olimpico per Roma-Samp. Pallotta è curioso di vedere la squadra che ha comprato. E poi ha saputo che Totti verrà premiato. Una ragione in più per esserci. Il passaggio chiave sarà comunque il vertice inglese con Baldini. L’altro ieri, Capello ne ha implicitamente confermato l’arrivo «ma al termine delle qualificazioni ai prossimi Europei». A ottobre sarà direttore generale. Ma sta già lavorando a stretto contatto con il nuovo diesseWalter Sabatini. E poi tutti i riflettori saranno puntati su Thomas Richard DiBenedetto. All’Antitrust non sono giunte osservazioni sull’operazione di acquisto. Al massimo venerdì prossimo, quindi, l’organo di vigilanza dei mercati finanziari darà il via libera. Poi, ci vorranno altri sette giorni per quello che in gergo è definito il closing. In parole povere, la firma del contratto definitivo. A quel punto, la Roma sarà anche fisicamente nelle mani della Neep, la holding al 60% della cordata americana e al 40% di Unicredit. Di- Benedetto sarà cooptato - tradotto dal burocratese: sarà inserito - nel Cda della Roma tra il 3, giorno del suo sessantaduesimo compleanno, e il 10 giugno. Là, nel triangolo immaginario Boston- Londra-Roma, si sta intanto decidendo il nostro futuro. DiBenedetto ha lasciato al duo Sabatini-Baldini carta bianca per la campagna acquisti. Si è limitato a fare una sola richiesta: nella prossima rosa della Roma ci deve essere almeno un giocatore statunitense. «Stiamo seguendo giocatori ovunque - ha spiegato recentemente DiBenedetto - e siamo ovviamente interessati anche ai prodotti (leggi giocatori, ndr) americani. Non posso fare nomi, ma posso dire che vogliamo solo il meglio per la Roma ». Sabatini sta battendo una serie di piste. Il candidato ideale deve possedere il passaporto comunitario, perché la Roma può prendere un solo calciatore fuori dall’Unione Europea. In pole c’è Timothy Chandler, possente laterale destro basso del Norimberga con doppio passaporto, tedesco e americano. Seguono Alfredo Morales, centrocampista dell’Hertha Berlino, pure lui mezzo tedesco e mezzo americano e il difensore dell’Aston Villa, Eric Lichaj, nato negli States ma di sangue e passaporto polacchi. E i big? Il centrocampista dell’Aston Villa, Michael Bradley e l’attaccante dei Los Angeles Galaxy, Landon Donovan, non sfigurerebbero nella Roma. Ma riesce difficile immaginare che Sabatini possa rinunciare a quell’unico posto di extracomunitario per tesserare un americano doc e non una giovane stella sudamericana. Un Pastore in erba, magari.