(Il Romanista - C. Zucchelli) -«Qualsiasi sfida affronterò in futuro, lo farò con la massima ambizione». Parlava così Luis Enrique quando, per la prima volta, il suo nome era stato accostato alla Roma. A Barcellona, nell’ultima partita casalinga della sua squadra, non si era voluto sbilanciare più di tanto. Era il 29 maggio.
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Ecco Luìs Enrique, si comincia
(Il Romanista – C. Zucchelli) – «Qualsiasi sfida affronterò in futuro, lo farò con la massima ambizione». Parlava così Luis Enrique quando, per la prima volta, il suo nome era stato accostato alla Roma. A Barcellona, nell’ultima...
Oggi, 52 giorni dopo, Luis Enrique sbarca a Roma. E si mette, ufficialmente, al lavoro. Arriverà a Fiumicino nel pomeriggio, poi andrà direttamente a Trigoria dove ci sarà un vertice organizzativo con Sabatini e con tutte le persone dello staff giallorosso. La priorità è scremare la lista dei convocati (in ritiro ne andranno una trentina). Poi si parlerà anche di mercato e di tutte quelle piccole grandi cose necessarie da mettere a punto prima del ritiro. Sono i dettagli, in questi casi, a fare la differenza. E non solo i dettagli. E Luis Enrique è uno maniacale. Basta parlare con chiunque abbia avuto modo di lavorarci in questi anni. Tanto pretende da se stesso quando fa le maratone, tanto chiede ai suoi collaboratori e alla squadra che allena. Squadra con cui avrà domani mattina il primo contatto. Quando i giocatori arriveranno a Trigoria, lui sarà lì ad attenderli, dopo aver dormito nel centro tecnico.
Giovedì conoscerà anche Thomas DiBenedetto, che dovrebbe essere presentato ufficialmente intorno a mezzogiorno. Venerdì, invece, sarà proprio il suo turno: l’incontro con la stampa è fissato tra le 9 e le 10, ma soltanto oggi se ne avrà la certezza. Con lui ci saranno anche tutti i collaboratori che lo affiancheranno e che in queste settimane lo hanno sentito cos t a n t e m e n t e p e r mettere a punto tutti i particolari del ritiro. Al momento - ma sono solo indiscrezioni - sembra che il pallone comparirà fin da subito e che la parte atletica avrà un ruolo fondamentale. Per dirla con le parole di un suo ex giocatore nel Barça B «sarà massacrante». A Roma non si faticherà molto: giusto un po’ di corsa e un po’ di palestra. A Riscone, invece, si inizierà a fare sul serio. Amichevoli a parte, è prevista sempre doppia seduta, anche se non è detto che le cose non vengano cambiate durante il ritiro, a seconda di quello che succederà giorno dopo giorno. Chi ha avuto modo di incontrare Luis Enrique nelle ultime ore prima della partenza lo ha descritto come emozionato e impaziente. Non vede l’ora di indossare tuta e scarpini per dirigere gli allenamenti, è consapevole che avrà tutti gli occhi puntati addosso ma questo non lo spaventa. Anzi, lo carica. Così come lo carica l’idea di avere a disposizione una squadra di livello assoluto. Lo ha ribadito spesso in questi giorni a Sabatini, ha studiato le caratteristiche di tutti i giocatori a sua disposizione. Pensa di partire col 4-3-3 ma non intende essere integralista. In questo senso, ha spiegato:«4-3-3, 4-4-2 o 3-5-2, cambia poco. Mi piace un calcio in cui tutti possano partecipare alla manovra. Il gioco del Barcellona è il migliore al mondo ma io credo che, allenandosi, ci sia la possibilità di riprodurre un modello del genere. L’importante è che i giocatori lavorino molto non solo durante la partita, ma anche prima e dopo. Questo è fondamentale».
Così come è - e sarà - di primaria importanza l’atteggiamento dei suoi calciatori. «Quello che non cambierò mai - ha detto Luis Enrique nella prima intervista a Roma Channel - sarà l’idea di entrare in campo per vincere, di attaccare, di far sì che i nostri tifosi vedano nella squadra, non solo all’Olimpico, ma anche in trasferta, una grande ambizione e una grande voglia di vincere. Con il tempo si vedrà se meritiamo la loro fiducia. È un po’ quello che abbiamo fatto in tre anni nel Barcellona B, con calciatori di livello inferiore rispetto a quelli che spero di trovare qui a Roma. Questa è la mia idea, il mio progetto». Un progetto che è in via di definizione. La rosa non è ancora completa, Luis Enrique lo sa, aspetta e inizia a lavorare con chi ha a disposizione. Per chi dovrà arrivare, e chi dovrà restare, la caratteristica peculiare è e dovrà essere una sola: «Mi piacciono tutti i giocatori forti, più giocatori bravi ci sono meglio è». A Roma ne troverà tanti, qualcun altro arriverà in corso d’opera. Starà a lui plasmarli e farli rendere al meglio. La società si aspetta tanto, i tifosi neanche a parlarne, lui stesso non vuole deludere. È pronto, in tutto e per tutto. È abituato alle sfide, da oggi inizia quella più importante della sua carriera.
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