(Il Messaggero - R.Dimito) - La gestione sportiva della As Roma spetterà a Tom DiBenedetto. Ma Unicredit non sarà solo un partner finanziario che vigilerà sui conti fino a quando rimarrà imbarcato nell’avventura calcistica.
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Ecco i paletti di Unicredit
(Il Messaggero – R.Dimito) – La gestione sportiva della As Roma spetterà a Tom DiBenedetto. Ma Unicredit non sarà solo un partner finanziario che vigilerà sui conti fino a quando rimarrà imbarcato nell’avventura calcistica.
Piazza Cordusio, anche a tutela dei soldi prestati alla squadra, avrà il potere di condizionare l’Americano e, a fine 2013, secondo quanto risulta a Il Messaggero, nel caso ricorressero condizioni esplicitamente previste, potrà imporre un quarto aumento di capitale (dopo i tre da 80 milioni totali): se la cordata a stelle e strisce non ne volesse sapere di mettere i soldi in base alla propria quota, si diluirebbe. E di conseguenza DiBenedetto dovrebbe lasciare la presidenza. Si tratta evidentemente di eventualità, ma nel contratto che sarà definitivamente firmato il 18 agosto, un’ipotesi di questo genere è espressamente disciplinata. Ma cosa dice il contratto del quale, come richiesto tassativamente da Unicredit, DiBenedetto e la banca hanno condiviso il 2 agosto la documentazione necessaria per il closing? C’è da precisare che il nuovo pre-accordo si è reso necessario per scongiurare un altro ripensamento dell’imprenditore di Boston dopo che a fine luglio, aveva per iscritto posto un aut aut: sconto di 20 milioni sul prezzo pattuito il 15 aprile a Boston, altrimenti l’affare sarebbe saltato. E lo sconto è stato motivato per tre ragioni: 1) maggiori fabbisogni finanziari rispetto alle previsioni, emersi da una revisione delle stime; 2) la recente flessione dei mercati finanziari; 3) l’incertezza economica dell’Eurozona in generale, e in Italia in particolare. Ecco perché, Paolo Fiorentino, dopo aver respinto la riduzione di prezzo, ha rinegoziato alcune condizioni, blindando però, DiBenedetto. I passaggi salienti del nuovo accordo sono stati ufficializzati appunto l’altro giorno. Neep Roma holding, il veicolo costituito al 60% da DiBenedetto e dagli altri alleati americani e al 40% da Unicredit, dopo il closing con l’acquisto del 67% della Roma per 60,3 milioni, verrà capitalizzata in modo da poter a sua volta mettere soldi nel club fino a un massimo di 100 milioni in tre tranche, di cui 80 già previsti.
E da varare per 50 milioni entro il 30 novembre 2011, 10 entro e non oltre il 30 novembre 2012, 20 entro e non oltre il 30 novembre 2013: quest’ultima rata non verrebbe eseguita solo in caso di significativo miglioramento della condizione finanziaria della società calcistica. Originariamente era fissato un aumento subito di 35 milioni con una disponibilità non vincolante per un’altra tranche entro un paio d’anni. Sempre gli accordi di aprile stabilivano che Roma 2000, controllante della As Roma, avrebbe concesso un vendor loan, cioè un prestito del venditore alla società calcistica, di 10 milioni con durata 10 anni e Unicredit avrebbe erogato sempre al club un finanziamento di 30 milioni sottoscritto il 21 luglio scorso. Le altre due modifiche introdotte negli accordi di Boston e ufficializzate prevedono l’estensione di un anno al 2013 di un contratto di factoring esistente e l’aumento a 20 milioni del vendor loan di Roma 2000 dei quali sono stati abbassati i tassi di interesse. In dettaglio però, nel caso in cui la Roma, dopo il 30 novembre 2013, venisse meno ad uno degli obblighi di rimborso del contratto di factoring e dei due finanziamenti, Unicredit avrà la possibilità di forzare la deliberazione di un quarto aumento, anche senza che ci sia la cooperazione o il consenso di DiBenedetto & c. Nel caso in cui gli americani non dovessero sottoscrivere la quota a loro spettante di aumento, si diluirebbe il 60% e quindi cambierebbe la governance della squadra dove in base agli accordi, il socio Usa nomina 8 consiglieri su 13 tra cui il presidente. E non è detto che la presidenza possa restare a DiBenedetto.
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