rassegna stampa roma

Ecco gli otto incedibili per la nuova Roma

(Il Romanista-B.Devecchi) Sta per chiudersi un’era, sta per aprirsene un’altra. Entro mercoledì, la Roma passerà nelle mani degli americani guidati da Thomas Richard Di- Benedetto.

Redazione

(Il Romanista-B.Devecchi) Sta per chiudersi un’era, sta per aprirsene un’altra. Entro mercoledì, la Roma passerà nelle mani degli americani guidati da Thomas Richard Di- Benedetto.

Il futuro presidente è atteso lunedì. Trigoria cambierà volto, diventerà la seconda società italiana dopo il Vicenza a essere controllata da capitali stranieri. E questo inevitabilmente comporterà dei cambiamenti, delle cesure nette rispetto al passato.

 

Muterà l’organigramma, arriveranno facce nuove. O magari conosciute ma che a Trigoria non si vedevano da qualche annetto. Come l’ex ds del terzo scudetto, Franco Baldini. Attuale general manager della nazionale inglese, braccio destro di Capello, potrebbe essere la figura cui si affideranno gli investitori a stelle e strisce per costruire una Roma da scudetto. Stando a quanto filtra da ambienti finanziari vicini agli americani, non dovrebbe però esserci un repulisti totale. Attendiamoci degli innesti importanti, leggi alla voce Buffon per esempio, ma è necessario che lo scheletro, il telaio, i muri portanti, vengano mantenuti intatti.

Totti è il principe degli intoccabili. Ma non è solo. Ci sono altri sette nomi su cui, secondo Il Romanista, gli americani dovrebbero puntare. Anzi, sono uno più altri sei. C’è De Rossi. E poi ci sono, rigorosamente in ordine alfabetico, Borriello, Burdisso, Mexes, Menez, Pizarro e Vucinic. Su Francesco non bisogna aggiungere nulla. Basta la parola. De Rossi è il Capitan Futuro, è la spiegazione fatta uomo - lo si legge sulla sua biografia - Il Mare di Roma, scritta da Tonino Cagnucci per Limina Edizioni - di cosa significhi essere della Roma. Ma è anche un obiettivo del Real Madrid che, avvisano dalla Spagna, sarebbe pronto a sborsare 25 milioni di euro per Daniele. Evidentemente, perché sanno che qui qualcuno, pochi per la verità, sembra aver scaricato uno dei più forti centrocampisti al mondo. De Rossi non ha alcuna intenzione di partire. Una volta ha detto: «Prima c’è mia figlia Gaia, poi il niente, poi il calcio». E la Roma è il calcio, per Daniele. Il Bandito sta da dio a Roma. Qui Burdisso ha ritrovato la serenità, oltre che un posto da titolare che all’Inter non aveva. Nicolas sta talmente bene in giallorosso da essersi fatto raggiungere dal fratello Guillermo. A destra o al centro, non fa differenza. Lo si è visto al derby, dove ha annullato Zarate. Alle indiscutibili qualità tecniche, Burdisso senor aggiunge una buona dose di grinta, cuore, cattiveria agonistica. Se non prende la palla, ci mette la gamba. E questo fa impazzire i romanisti. Ha ragione Flavio Insinna, uno dei quattro vip romanisti che su Il Romanista di oggi si sono espressi sugli "intoccabili", quando dice: «Se Menez e Vucinic vogliono restare, restino. Perché si portano a spasso le difese. Ma non devono farci un favore». Ecco, il nodo per Jeremy è tutto qui. Menez è un talento a gettone. Non lo è sempre, ma a sprazzi. Dovrebbe restare perché quando ubriachi di finte uno, poi, poi tre avversari, sei più simile a Garrincha che a Centofanti. Però il francese deve essere convinto di volersi mettere in gioco, di dover lottare per avere la stima incondizionata di Montella. Un altro intoccabile potrebbe essere stato toccato. Dal Milan.

La speranza è che Mexes abbia voluto attendere davvero lo sbarco americano prima di firmare per i rossoneri. Altrimenti pazienza, ce ne dovremo fare una ragione e DiBenedetto si porterà sicuramente un sostituto all’altezza. Perdere Phil, però, sarebbe proprio un peccato. Oltre al fatto di essere Rugantino, oltre all’amore di Mexes per Roma, i romani e la romanità, c’è di più. Ci sono un anticipo di classe, un stacco di testa imperioso, un gol che non t’aspetti, una fascio di capelli biondi che cavalca elegante il centrocampo. Magari sì, c’è anche un caratteraccio, una testa calda, un rosso di troppo. Ma se il Milan sogna di affidargli il comando della difesa, evidentemente è perché lassù sono convinti che il caratteraccio di Phil possa diventare solo carattere. Lo pensa anche Il Romanista. Per mesi è stato detto che se la Roma non girava, era perché Pizarro non poteva convivere con De Rossi. Che sciocchezza. David ha ritrovato il sorriso, la voglia, il pallone e con il pallone pure le geometrie perdute. Quando gira il Pek, gira la Roma. Montella lo sa, tanto che gli ha chiesto di scendere in campo anche quando David non stava bene. I romanisti gli hanno perdonato la decisione di lasciare la città per un mese, sotto Natale, per guarire dalla condrite al ginocchio ma anche perché con Ranieri non si sentiva più utile. Ora che è pienamente recuperato, non c’è alcun motivo per divorziare. La speranza è che Pizarro e la Roma restino ancora insieme. Per molto e molto tempo.

A differenza di Menez, Vucinic ha già adesso sia la stima di Montella sia soprattutto quella di DiBenedetto. Mesi fa, il presidente in pectore della Roma rimase sbalordito dalla prestazione di Mirko in Roma-Inter, decisa allo scadere proprio da un colpo di testa in tuffo del Genio di Niksic. A dicembre, con Ranieri, il montenegrino aveva chiesto di essere ceduto. Ora potrebbe avere cambiato idea. Per un Genio che non sa se partire o meno, c’è un bomber che non ha alcuna intenzione di lasciare. E che non deve lasciare. Forte anche dell’obbligo che ha la Roma di riscattarlo a giugno dal Milan, Marco Borriello vuol far parte della Roma americana. A ribadirlo è stato ieri a "forzaroma.info" il suo agente Tiberio Cavallaro: «Marco si sente dentro il progetto presente e futuro della Roma. E sta benissimo a Roma». In questo caso, benvenuto nel club degli intoccabili